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Rinnovo Contratto 2022-2024, Nursind: “Il piatto piange. Come gli infermieri”

Il 26 settembre si è svolto l’incontro tra l’Aran e i sindacati per discutere del rinnovo contrattuale del comparto sanità. Durante l’incontro Andrea Bottega, segretario nazionale del sindacato Nursind, ha avanzato diverse proposte e richieste, focalizzandosi su questioni cruciali per gli infermieri.

Continua il restyling della parte giuridica

Sul fronte delle relazioni sindacali Nursind ha sottolineato la necessità di inserire nel confronto aziendale la definizione dei criteri per la mobilità interna: “Abbiamo chiesto che vengano stabiliti criteri precisi per la definizione della mobilità interna, per garantire maggiore equità e trasparenza”, ha detto Bottega.

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Un altro punto chiave è stato l’aumento dei tempi di consegna o, in alternativa, la modifica dell’attuale dizione “di ulteriori e complessivi 7 minuti” con “almeno di ulteriori 7 minuti”. In più, è stata avanzata la richiesta di consentire la progressione verticale per l’area dei professionisti sanitari e dei funzionari verso l’area di Elevata qualificazione, anche in deroga al titolo di studio, come è previsto per le altre aree. “Riteniamo importante che la professione sanitaria si possa evolvere, anche con gli stessi criteri degli altri lavoratori”, ha spiegato Bottega.

Tra le altre proposte del Nursind spicca la necessità di rivedere l’articolo che riguarda la pausa per il recupero delle energie psico-fisiche, per evitare di creare situazioni in contrato con i contingenti minimi previsti per garantire i servizi essenziali. “La scrittura adottata non ci convince e vorremmo evitare che le aziende la interpretassero in senso sbagliato, permettendo rimanere da soli in alcune reparti o servizi”, ha affermato il segretario Nursind.

Una criticità particolareè rappresenta dall’articolo sulla pronta disponibilità. “Pur apprezzando l’introduzione di norme che regolamentano il servizio di pronta disponibilità da remoto, in particolare per quanto riguarda chi è chiamato a risolvere problemi telefonicamente, l’importo economico, il numero di turni nel mese e le deroghe alle ore di riposo rimangono ancora elementi su cui permane il nostro disaccordo” fanno sapere dal Nursind.

Infine il sindacato ha chiesto una riscrittura del comma 7, relativo alle ferie arretrate nei passaggi da un’azienda sanitaria all’altra. “Non vorremmo che la giusta indicazione presente nel comma e in linea con l’orientamento giurisprudenziale diventi un motivo ostativo per le aziende a concedere il nullaosta per la mobilità. Dobbiamo fare in modo che il lavoratore non perda la possibilità di andare in mobilità e che i suoi diritti siano preservati”, han concluso Bottega.

Aspetti positivi del nuovo testo

Volendo cercare bene, non ci sono solo ombre nel nuovo testo presentato. Nursind ha espresso un giudizio positivo su alcune novità proposte: “Accogliamo con favore le disposizioni sull’orario di lavoro per i genitori: un passo avanti importante per la conciliazione tra vita professionale e familiare. Come anche il recepimento delle norme sull’age management, che introducono misure specifiche per la gestione del personale più anziano”.

Per quanto riguarda il sistema degli incarichi Nursind è favorevole la proposta di assorbimento dei compensi per lavoro straordinario per gli incarichi di funzione quando il valore è superiore a 5.000 euro annui.

Parte economica: una proposta deludente

Le ombre della parte giuridica diventano tenebre quando ci si sposta sulla parte economica. La novità di quest’ultimo incontro è stata proprio la comunicazione degli aumenti tabellari. Se è vero che le risorse stanziate sono molto vicine a quelle dello scorso contratto (diverso però è stato il tasso inflazione, che ha eroso gli aumenti), ci sono due elementi che incidono sulla percezione degli aumenti:

1. L’anticipo, che già è in erogazione per legge, non è mai stato così elevato (IVC + 7 volte la IVC) e rappresenta già il 60% delle risorse disponibili (1,5 miliardi di euro).

2. L’aumento proposto è sullo stipendio base che è uguale all’interno della stessa area, indipendentemente dall’anzianità di servizio e dai DEP storici, mentre la vacanza contrattuale (IVC) è stata erogata in base al vecchio sistema di classificazione, basato sulle categorie e sulle fasce economiche.

La proposta avanzata da ARAN prevede un aumento dello stipendio tabellare del 7%, uguale per tutte le aree (135 euro lordi mensili per l’area dei professionisti sanitarie funzionari), a partire da gennaio 2024. La differenza tra quanto già in busta paga oggi (l’anticipo dell’IVC) e lo stipendio base a regime varia tra i 57 euro lordi mensili di un ex D0 e i 41 euro lordi mensili per un ex D6. Certamente quanto presentato non soddisfa le aspettative del Nursind.

“Del miliardo e mezzo disponibile – ha sottolineato Bottega -, rimangono circa 150 milioni (esclusi i 140 milioni riservati al personale del pronto soccorso) per coprire tutti gli oneri legati alla parte giuridica del Contratto (le ore di permesso hanno sempre un costo) e gli aumenti delle indennità di specificità (previsti come priorità dalla legge di bilancio 2024) e delle indennità di disagio. Veramente troppo pochi”.

In aggiunta, si vocifera che nella prossima Legge di Bilancio possano essere trovate ulteriori risorse per incrementare il salario accessorio dello 0,22%, ovvero circa 57 milioni nel caso del comparto. “Anche con questi eventuali fondi aggiuntivi la prospettiva di chiudere un contratto equo e soddisfacente appare piuttosto difficile”, ha concluso il segretario Nursind.

Permane infine il nodo da sciogliere dell’esonero contributivo, che si verrebbe a perdere in caso di rinnovo con questi aumenti. La materia sarà certamente trattata nella prossima Legge di Bilancio, e quindi si dovrà attendere per capire bene quali saranno le condizioni economiche che influiranno sulla busta paga dei dipendenti.

Redazione Nurse Times

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