La segreteria nazionale della FIALS, dopo ampia valutazione del testo presentato dall’Aran lo scorso 23 febbraio, ha deciso di non firmare la pre-intesa e di avviare una campagna di mobilitazione e sensibilizzazione dei lavoratori.
Una decisione assunta al netto della questione puramente economica e alla luce delle irrisorie risorse disponibili, ben al di sotto di quelle messe a disposizione per gli altri comparti della P.A., che hanno visto rinnovi contrattuali con incrementi salariali base del 3,48%, mentre alla sanità viene concesso, stranamente, solo il 3,18%.
La dignità e la competenza degli infermieri, delle altre professioni sanitarie, dei laureati amministrativi e tecnici della categoria non possono valere un incremento salariale lordo di circa 67,90 euro, a partire peraltro solo dall’aprile 2018, mentre per gli altri contratti della P.A. decorre dal 1° marzo 2018. La FIALS ritiene impossibile sottoscrivere una pre-intesa che nega la svolta professionale, che doveva invece restituire la dignità a tutti i dipendenti della sanità, e considera l’accordo firmato da alcune sigle, deludente nell’articolazione e qualitativamente NON DIGNITOSO.
Questo abbiamo detto durante le oltre 30 interminabili ore di trattativa all’Aran, cercando in tutte le maniere di ottenere aperture significative. Anzi, abbiamo assistito alla creazione di un insormontabile muro in ordine alle nostre richieste, in ordine alle relazioni sindacali, alla nuova classificazione del personale, ai percorsi di carriera, agli incarichi organizzativi/gestionali, all’orario di lavoro, ai procedimenti disciplinari, alla strutturazione dei fondi contrattuali e al welfare integrativo.
Più specificamente la FIALS non può accettare:
Siamo contrari, inoltre, a un contratto che preveda interventi in materia di orario di lavoro, come la possibilità per le aziende di introdurre ulteriori forme di controllo senza nemmeno confrontarsi con il sindacato. Senza dimenticare la possibilità che si proceda al recupero del debito orario entro il mese successivo e che si renda obbligatorio e coatto il lavoro straordinario. E non è vero quello che raccontano i firmatari della pre-intesa, cioè che non ci sono deroghe alla vigente normativa.
Infatti, in barba alle disposizioni comunitarie, si deroga:
E inoltre la pre-intesa nega in materia di procedimenti disciplinari:
Non si può firmare una pre-intesa che:
Per non parlare del tema di welfare integrativo, che doveva garantire la concessione di benefici ai propri dipendenti per iniziative di sostegno al reddito di famiglia, al supporto all’istruzione e promozione dei figli dei dipendenti, come anche prestiti ai dipendenti in difficoltà economica, polizze sanitarie integrative e altro. In verità, tante belle parole, ma nessun finanziamento a carico dei bilanci aziendali, che dovrebbe essere invece finanziato in isorisorse, attraverso l’utilizzo dei fondi contrattuali della contrattazione integrativa, già penalizzati da importanti tagli e riduzioni.
Infine non ci è stato nemmeno concesso di inserire nelle dichiarazioni congiunte la clausola di salvaguardia economica per la riapertura del contratto per il personale del comparto sanità in caso di benefici economici concessi al personale della dirigenza sanitaria (benefici che, col prossimo rinnovo contrattuale, saranno superiori rispetto alla percentuale definita al personale del comparto sul tabellare). Una clausola finalizzata a evitare la politica dei due pesi e due misure, già avvenuta in occasione del riconoscimento al rinnovo del Ccnl del solo personale dirigenziale sanitario delle risorse rivenienti dalla RIA (Retribuzione individuale di anzianità)
Per queste motivazioni la FIALS, con una decisone sofferta ma voluta e finalizzata alla difesa della dignità professionale ed economica di tutti i professionisti della sanità, ha deciso di non firmare la pre-intesa, che tradisce le giuste aspettative dei lavoratori del comparto sanità e:
Segreteria nazionale Fials
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