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Rems Caltagirone, Fsi-Cni ha chiesto incontro al Prefetto.

Rems Caltagirone, sindacato Infermieri Fsi-Cni ha chiesto incontro e denunciato la pericolosissima mancanza di sicurezza per l’incolumità fisica del personale al Prefetto.

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Dopo le violenti aggressioni al personale infermieristico avvenute gli scorsi giorni 15 e 28 maggio alla struttura Rems dell’Asp 3 a Caltagirone come riportato ampiamente da tutta la stampa – spiega Calogero Coniglio, segretario regionale della Fsi-Cni Sicilia, Coordinamento Nazionale Infermieri aderente alla Federazione Sindacati Indipendenti – sulle carenti condizioni di sicurezza per il personale sanitario aggredito violentemente dai detenuti, la situazione e il clima di tensione all’interno della struttura sono in peggioramento.

Nella struttura sono in servizio 11 infermieri, un medico strutturato e 2 con contratto libero professionale, non esistono le figure di supporto Oss e i fisioterapisti ancora debbono arrivare.
Non si capisce come l’assessorato abbia fatto partire la Rems senza personale, che è stato obbligato a fare turni massacranti.

Grazie al nostro intervento – continua Coniglio – l’11 aprile 2015 abbiamo avuto un incontro all’Asp 3 con l’ingegnere Natale Aiello, in rappresentanza del direttore generale che prendendo atto della situazione di rischio, oltre a rappresentare un pericolo per l’incolumità fisica dei lavoratori, che può costituire per gli stessi fonte di stress lavoro-correlato, così come rappresentato dal D.Lgs 81/80, abbiamo ottenuto 3 vigilantes alla Rems, ma manca la polizia penitenziaria.

La pulizia viene effettuata solo da un operatore della Pfe, a cui sono state assegnate 5 ore per pulire 5.000 mq di struttura, mettendo a rischio l’igiene della stessa.
I danni subiti dall’azienda dai gravi fatti di violenza contro la struttura sono stati quantificati dall’ufficio tecnico in 50000 euro e non si sa se pagherà l’azienda o la regione.

La struttura che non è idonea, oggi ospita 11 soggetti di cui 3 alto rischio di pericolosità sociale che hanno prodotto i danni descritti, non è un carcere e le evasioni avvenute ne sono la prova.

“Noi della Fsi-Cni – continua Coniglio – a tutela dell’incolumità fisica del personale ci siamo stancati di tutto questo e abbiamo denunciato formalmente il 20 maggio scorso (ns prot. N. 761/15) questa pericolosissima situazione ormai insostenibile al Prefetto chiedendo un incontro urgente”.

Questi episodi sono solo uno dei tanti casi di violenza subiti da medici e infermieri nelle strutture sanitarie siciliane che la Fsi-Cni ha denunciato, da tempo lancia l’allarme sicurezza, gli infermieri sono sempre in prima linea e indifesi di fronte a questi episodi.
Il problema sta alla base. Manca la sicurezza e il personale. Non c’è servizio di polizia penitenziaria. E gli operatori sanitari non sono tutelati.

“Il personale sanitario non trova pace, e dopo l’ennesima denuncia di maggio sulle aggressioni agli infermieri la situazione è rimasta immutata, anzi è peggiorata – conclude Coniglio – “Abbiamo chiesto al Prefetto di farsi promotore in merito alla situazione della Rems di Caltagirone e in tempi rapidissimi di convocare con tavolo istituzionale operativo, che comprenda gli organi competenti, il sindaco di Caltagirone, il direttore generale dell’Asp 3 di Catania e le forze sociali, per affrontare in maniera dettagliata i gravissimi problemi di sicurezza che stanno incorrendo il personale e la struttura”.
Segreteria Regionale

Calogero Coniglio

Cirignotta Maurizio

Redazione Nurse Times

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