Talvolta il disturbo in questione si associa anche a episodi di addominalgia e gastroenterite, con i segni e sintomi correlati, che non depongono per un sereno prosieguo delle attività quotidiane.
Si parla a tal proposito di “emicrania adodminale” ossia di un dolore a localizzazione a livello della linea mediana, periombelicale o non ben definita, con qualità riferita “sorda” o “semplicemente dolente” ed intensità media o forte
Durante la fase algica addominale sono presenti almeno due dei seguenti sintomi, ossia: anoressia, nausea, vomito, pallore (International Classification of Headache Disorders (ICHD-II) 2004).
Purtroppo nel bambino è molto difficile indagare e l’esame obiettivo rappresenta un passaggio semeiotico importantissimo: infatti non di rado si assiste a occhi alonati (segno tipico di una disidratazione lieve) e pallore. Frequente è anche il riscontro di rossore in volto per una esacerbata risposta neurovegetativa.
Analizzando la <<Childhood Functional Gastrointestinal Disorders: Child/Adolescent GASTROENTEROLOGY 2006;130:1527–1537 Roma III>> si evince che ai sintomi indicati
anoressia, nausea, vomito, pallore se ne aggiungono altri che sono cefalea e fotofobia.Per l’inquadramento diagnostico bisogna andare per esclusione, accertandosi che non si tratti di disturbi legati a forme neoplastiche, anatomiche, metaboliche o iatrogene.
Ci sono dei fattori che possono scatenare la sintomatologia cefalea/addominalgia e che se eliminati possono dare beneficio al soggetto; per cui bisogna porre attenzione ad abolire/minimizzare il consumo di caffeina, cibi conteneti nitriti e amine o digiuno prolungato. Avendo anche una “base di risposta neurovegetativa” è opportuno cercare di adottare meccanismi di risposta adeguati ad emozioni intense e cercare di rispettare il riposo, evitando la deprivazione dal sonno. Talvolta l’attenzione su luci psichedeliche o scintillanti può essere fattore scatenante la sintomatologia.
La durata degli attacchi è variabile e vanno da attacchi della durata di 1-72 ore e completa asintomaticità nelle fasi intercritiche.
Il trattamento, oltre che profilattico così come elencato, può essere anche farmacologico e si può agire sull’acuzia algica (con il Sumatriptan) oppure con profilassi somministrando Propanololo o Ciproeptadina.
CALABRESE Michele
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