Bari, 11 mar. – “La Corte di appello di Bari, con pronuncia del 7 marzo 2019 ha confermato quanto già sentenziato dal tribunale del Lavoro di Trani e cioé che un medico e più in generale qualsiasi dipendente della sanità pubblica ha diritto a essere risarcito qualora lavori per oltre 36 mesi di servizio senza ragioni oggettive, a prescindere da una eventuale stabilizzazione”.
È quanto dichiara Graziangela Berloco, avvocato difensore di due dirigenti medici che “avevano superato un concorso ma venivano assunti con contratto a tempo determinato senza alcun valido motivo”, dice all’agenzia Dire. Il continuo rinvio a contratti a tempo determinato sono una sorta di escamotage che “l’Asl per risparmiare usa per non bandire nuovi concorsi preferendo abusare dei contratti a termine”.
“Nella stessa situazione del medico da me assistito – aggiunge – ci sono numerosi altri casi di medici, infermieri, operatori sanitari che continuano a subire la ingiustificata reiterazione del contratto a termine e che, stando all’orientamento giurisprudenziale ormai consolidato della Cassazione, ripreso dalla Corte d’appello, hanno diritto al risarcimento”. Che è pari a 6 mensilità lorde, circa 25mila euro, secondo quanto disposto del tribunale di Trani. “Ricevo richieste di tutela legale anche da fuori regione ma é per la Puglia che si profila il contenzioso con più aderenti”, conclude l’avvocato.
Fonte: Dire
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