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Posizione laterale di sicurezza: può essere pericolosa per il paziente?

È stata considerata un caposaldo nei manuali di pronto soccorso per decenni, ma secondo un gruppo di studiosi, la posizione laterale di sicurezza non risulterebbe più raccomandata nei pazienti vittime di incidenti di vario genere.

Questo sarebbe quanto emerso dai risultati di una recente ricerca effettuata grazie alla collaborazione di un équipe di medici ed infermieri specializzati in area critica.

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Ruotare la vittima sul fianco, in posizione laterale di sicurezza, renderebbe più difficile per i soccorritori professionisti comprendere se il paziente manifesti dispnea.

Inoltre, l’utilizzo della posizione laterale di sicurezza causerebbe ritardi che a volte potrebbero risultare fatali, qualora si dovesse rendere necessario effettuare manovre di rianimazione cardiopolmonare.

In quasi la metà dei 59 casi esaminati, sono stati necessari almeno due minuti perché un soccorritore esperto riuscisse a comprendere che il paziente in posizione laterale di sicurezza fosse in arresto respiratorio.

Un simile ritardo potrebbe ridurre notevolmente le possibilità di sopravvivenza senza alcun esito negativo conseguente a danno anossico.

Secondo i ricercatori, sarebbe raccomandabile utilizzare la tecnica “Head tiltchin lift”, mantenendo il paziente supino, inclinando il capo e sollevando il mento, come insegnato nei corsi di BLSD per allineare le vie aeree.

Utilizzando tale tecnica, l’85% dei soccorritori è riuscito a notare un arresto respiratorio nel paziente in meno di due minuti.

Il Dr Miguel Freire-Tellado, che ha condotto lo studio presso il Public Health Emergency Foundation in Galicia (Spagna), spiega come le linee guida dovrebbero essere modificate in modo che la posizione laterale di sicurezza possa venire raccomandata solo in determinate circostanze.

“L’utilizzo della posizione laterale di sicurezza avrebbe potuto essere utile prima dell’avvento dei telefoni cellulari, e potrebbero ancora esserci occasioni nelle quali sia necessario utilizzarla, come in caso di situazione con decine o centinaia di feriti o qualora sia necessario abbandonare le vittime”, spiega il ricercatore.

“Ma la posizione laterale di sicurezza ostacola la valutazione dell’attività respiratoria, ritardando l’identificazione di un arresto respiratorio e di un eventuale massaggio cardiaco, se paragonato con la tecnica di inclinazione del capo e sollevamento del mento.”

La tecnica “Head tilt – chin lift” prevede il posizionamento di una delle mani del soccorritore sulla fronte del paziente spingendo posteriormente, mente le dita dell’altra mano sollevano il mento sostenendo la mandibola. Ciò impedirebbe alla lingua di poter ostruire le vie aeree mantenendone la pervietà.

Simone Gussoni

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Dott. Simone Gussoni

Il dott. Simone Gussoni è infermiere esperto in farmacovigilanza ed educazione sanitaria dal 2006. Autore del libro "Il Nursing Narrativo, nuovo approccio al paziente oncologico. Una testimonianza".

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