La Medicina dell’ospedale di Portoferraio è in carenza ormai cronica di personale. Gli infermieri sono regolarmente richiamati in servizio anche quando dovrebbero essere di riposo, non si riescono a coprire le assenze per malattie o infortuni ed è un problema anche vedersi riconosciuti giorni di permesso chiesti con settimane di anticipo. Si ricorre regolarmente a “prestiti” di personale da altre unità operative, con inevitabili ripercussioni sull’assistenza, perché gli infermieri si trovano in difficoltà, non conoscendo il reparto e i degenti.
Per gli operatori sociosanitari, la situazione è ancora peggiore. In pratica non c’è mai in servizio il numero previsto dal piano di lavoro, anche perché chi è stato trasferito per mobilità non è stato rimpiazzato. Tutto ciò complica una base di partenza già assai risicata, con un solo infermiere di notte nella degenza ordinaria e due la mattina, appena sufficienti per gestire l’attività di routine, sempre sperando che non si verifichino emergenze o criticità.
Il picco di lavoro estivo sarà appena mitigato con qualche infermiere e oss assunti temporaneamente tramite agenzia interinale (come una ditta privata e con procedure privatistiche, invece che da una graduatoria Asl come legge comanderebbe, con i diritti e le retribuzioni garantite ai dipendenti Asl). Ma se la situazione è questa già a maggio, come sarà possibile coprire le legittime ferie del personale? E cosa succederà a settembre, quando gli interinali “scadranno”? La carenza è cronica e non è stata prospettata nessuna soluzione. In reparto aumentano invece man mano i carichi di lavoro e le mansioni da svolgere, sempre a parità di persone impiegate.
All’Elba tutti parlano di “sanità” (in genere a sproposito, e senza mai interpellare i diretti interessati), ma nessuno si occupa delle condizioni di lavoro di chi la sanità la manda avanti ogni giorno, come se poi questo non influisse sulla stessa qualità dell’assistenza. I sindacati, tutti, sono troppo impegnati a litigare fra loro per interessarsene. La politica locale e i cosiddetti “comitati”, accomunati dal non aver idea di come funzioni un ospedale, si sgolano perché la Chirurgia conservi una sua corsia separata, come se questo costituisse di per sé una qualche garanzia.
Non sanno che il reparto di Chirurgia è sempre desolantemente vuoto, con infermieri e oss che si trovano lì bloccati ad assistere pochissimi pazienti, invece di essere più utili dove servirebbe! Questo spreco di risorse e denaro pubblico sarebbe intanto evitabile se si unissero le degenze mediche e chirurgiche per distribuire in modo più uniforme il lavoro, con beneficio sia per i lavoratori che per gli assistiti. Ma per chi di queste cose non sa nulla l’importante sembra essere un cartello con scritto “Chirurgia”, più che quello che c’è dietro.
È ora che all’Elba si mostri rispetto e si dia voce ai lavoratori della sanità, che devono essere messi in condizione di svolgere con serenità il loro lavoro, senza fare i salti mortali per coprire carenze strutturali di personale, e che sono i primi titolati a parlare di sanità. Si deve rivendicare l’assunzione di personale dipendente di ruolo, invece di favoleggiare di UTIC a Portoferraio e altri discorsi da bar.
Mario Mori
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