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Pisa, si disinteressarono di una paziente in condizioni critiche: infermiera e oss condannate per danno di immagine all’Aoup

I fatti risalgono al 2008. Nelle settimane scorse i giudici contabili hanno depositato le motivazioni della sentenza.

Nel 2017 la penale responsabilità fu mandata definitiva dalla Cassazione. Poi con atto di citazione del 2021 la Procura regionale della Corte dei Conti chiamò in giudizio le due dipendenti dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana per l’ipotesi dei reato del danno di immagine.

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La Corte dei Conti, nell’aprile scorso, le ha condannate in solido al pagamento della somma di 29.781,21 euro, già comprensiva di rivalutazione monetaria, in favore dell’Aoup, a titolo di danno all’immagine e di danno patrimoniale diretto, conseguente alle spese legali sostenute dall’amministrazione per costituzione di parte civile nel giudizio penale.

Nelle settimane scorse li giudici contabili hanno depositato le motivazioni della sentenza. Si tratta di un’infermiera, condannata a sei mesi con la condizionale, e di una operatrice socio-sanitaria, condannata a quattro mesi. Per l’accusa, nella notte tra il 2 ed il 3 giugno 2008, a Pisa, si sarebbero disinteressate di una paziente in condizioni critiche, che presentava vomito incoercibile e non era in grado di suonare il campanello per chiedere aiuto. Sempre secondo l’accusa, non si preoccuparono neppure di “indicare nel diario infermieristico gli episodi di vomito occorsi durante la nottata, di riferirne anche oralmente al personale infermieristico subentrante, atti tutti da compiersi senza ritardo per ragioni di igiene e sanità”.

La paziente, una donna residente in Valdera, riferì la notte d’inferno al marito, che immediatamente denunciò quanto accaduto alle forze dell’ordine. Infermiera e oss finirono a processo e furono condannate sia in primo grado che in appello. “La sussistenza materiale e l’antigiuridicità dei comportamenti ascritti alle due convenute è pacifica, in quanto emergente, tra l’altro, da una sentenza penale irrevocabile di condanna”, scrive la Corte di Conti, motivando la condanna anche per danno d’immagine.

Redazione Nurse Times

Fonte: La Nazione

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