Pet therapy, la Regione Liguria detta le linee guida per l’accesso degli animali nelle strutture sanitarie

Cani e gatti potranno accedere alle aree interne comuni e ai reparti, con esclusione di quelli più delicati. Permessi particolari per gli altri “ospiti”.

L’accesso di cani e gatti in tutte le strutture sanitarie della Liguria sarà presto possibile, ma nel rispetto di regole precise. «Venerdì porterò in Giunta la delibera con le linee guida per regolare l’accesso degli animali da compagnia negli ospedali e nelle case di cura della Liguria – dice l’assessore alla Sanità della Regione, Sonia Viale, in modo che, seguendo prescrizioni che assicurino il rispetto di tutti i ricoverati e le più assolute condizioni d’igiene e sicurezza, sia possibile diffondere la pet therapy in ogni realtà: ospedali, case di cura e residenze sanitarie».

La delibera, precisa Viale, «è stata elaborata con la Asl2 integrata con le osservazioni della direzione sanitaria del “Gaslini” e del Policlinico San Martino. Il documento è stato quindi sottoposto per valutazioni e osservazioni ad Alisa e a tutte le direzioni sanitarie e ospedaliere Asl, ricevendo commenti favorevoli. La condivisione è stata massima».

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Tra le indicazioni contenute nelle linee guida della Regione, molte sono di semplice buon senso, altre più “tecniche”. Gli animali potranno accedere alle aree interne comuni (sala d’attesa, corridoi esterni ai reparti, terrazzi) e ai reparti, con esclusione di quelli più delicati. Tra questi ultimi sono indicati i pronto soccorso, ma anche Ostetricia e Nursery. “Nelle singole aree interne comuni e nei reparti di degenza è consentita la presenza di un unico animale per volta, avendo cura di pianificare gli orari di accesso degli animali con quello dell’orario delle visite ai degenti, seguendo un percorso individuato di volta”, recita il testo.

Per animali diversi da cani e gatti (che dovranno essere “puliti e ben spazzolati”) potranno essere forniti permessi particolari. Sono inoltre previste regole di comportamento come “consentire, nel caso di paziente allettato, l’avvicinamento dell’animale dal lato libero da dispositivi medici invasivi (catetere intravascolare e urinario), in modo da preservarli da ogni contatto”.

Alla Doria di Struppa sono stati gli stessi dipendenti a spingere per aprire le porte agli animali. E ieri l’istituto ha accolto per la prima volta Jean, una meticcia di sei anni, metà pastore australiano e metà pastore tedesco, dell’associazione Archi Pet. Con un successo sorprendente: sommersa dalle coccole di un primo gruppo di ospiti, Jean ha dato virtualmente il via alla pet therapy nella residenza sanitaria assistenziale, che oggi accoglie 88 anziani. «Adesso verranno selezionati due gruppi, scegliendo i partecipanti tra le persone che non partecipano alle abituali attività e hanno difficoltà a esprimersi», dice il commissario straordinario Marco Sinesi.

Aggiunge Silvia Landriani, 31 anni, laureanda in medicina veterinaria, è una delle volontarie dell’associazione Archi Pet: «Oggi sono qui solo con Jean, che già lavora con anziani e disabili, ma con noi ci sarà anche il meticcio Logan. Sono due nomi presi dalla serie X-Men, ma i questo caso saranno X-Dog, pronti a farsi coccolare, a ricevere grattini e cibo, ma anche a saltare in braccio a chi vorrà incontrarli».

Gli animali possono fare miracoli, assicura Monica Gaglioti, assistente sociale: «Organizzeremo incontri con due gruppi di ospiti, ciascuno di otto persone, e la presenza di questi cani servirà anche a farle interagire tra loro, abbattendo le barriere».

Fonte: Il Secolo XIX

 

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