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Personale sanitario, Schillaci: “Manca perché si è preferito strapagare i gettonisti”

Un’interrogazione a risposta immediata è stata presentata ieri in Aula al ministro della Salute, Orazio Schillaci, dall’onorevole Luana Zanella (AVS), che ha sollevato gravi preoccupazioni in merito alle carenze di personale sanitario in Italia.

Nel testo dell’interrogazione, Zanella ha portato alla luce dati significativi:

  • Entro il 2025, il Servizio sanitario nazionale vedrà l’uscita di ben 38.667 medici, tra cui medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e specialisti ambulatoriali.
  • Nel 2021, un totale di 124.506 medici lavoravano nelle strutture sanitarie italiane, di cui 102.491 erano dipendenti del Servizio sanitario nazionale e 22.015 dipendevano da strutture equiparate al Servizio sanitario nazionale. La densità media di medici in Italia era di 2,11 medici per 1.000 abitanti, con notevoli variazioni regionali.
  • Sempre nel 2021, 298.597 infermieri erano impiegati nelle strutture sanitarie, suddivisi tra il Servizio sanitario nazionale e strutture equiparate. La densità media di infermieri era di 5,06 per 1.000 abitanti, con significative differenze regionali.
  • È stato evidenziato che nel 2021 il rapporto tra infermieri e medici nel personale dipendente era di 2,4, con variazioni significative tra le diverse regioni. In particolare, ad eccezione del Molise, le regioni in piano di rientro si sono trovate tutte al di sotto della media nazionale, dimostrando che la carenza di personale ha colpito in modo più grave il personale infermieristico rispetto a quello medico.
  • L’interrogazione sottolinea anche che le crescenti scelte a favore della sanità privata stanno già aumentando i costi per i cittadini italiani, riducendo l’accesso a servizi specialistici e contribuendo ad allungare le liste d’attesa per le cure mediche preventive. Questo problema è particolarmente rilevante in un contesto di domanda crescente di assistenza sanitaria.

La risposta integrale del ministro Schillaci

“Ringrazio gli onorevoli deputati interroganti per fornirmi l’occasione di ripercorrere lo stato dell’arte e le misure che intendiamo adottare in merito al tema di rafforzamento del personale del Servizio sanitario nazionale. Premetto che le misure di contenimento della spesa di personale e, in particolare, i vincoli assunzionali adottati negli ultimi anni hanno determinato una riduzione significativa del personale del Servizio sanitario nazionale.

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Dall’analisi dei dati raccolti è emerso che le difficoltà di reclutamento, in particolare di medici e infermieri, sono determinate non soltanto dai vincoli di spesa esistenti, ma anche dalla scarsa attrattività del sistema sanitario nazionale per i professionisti, con la preoccupante conseguenza che, spesso, i concorsi espletati non consentono la copertura dei posti per la carenza di aspiranti, soprattutto per alcune specialità. Al riguardo, sin dall’insediamento di questo Governo, ho promosso una serie di misure rivolte a potenziare gli organici delle strutture, ma anche a migliorare le condizioni di lavoro dei professionisti. In particolare, abbiamo veicolato attenzione alla programmazione degli accessi ai corsi di laurea delle professioni sanitarie e delle specializzazioni mediche, incrementando i relativi posti disponibili, anche attraverso risorse dedicate.

Con il Decreto-legge n. 34 del 2023 sono state adottate specifiche misure volte a facilitare il reclutamento strutturale di medici del Servizio sanitario nazionale. È stata riconosciuta la possibilità a coloro che hanno maturato un congruo periodo di esperienza presso i servizi di emergenza-urgenza di partecipare ai concorsi per l’accesso alla dirigenza medica. Con il medesimo Decreto, in un’ottica di maggiore attrattività del sistema sanitario nazionale, è stato consentito ai professionisti sanitari del comparto sanità di svolgere, al di fuori dell’orario di servizio, attività libero-professionale, rendendo meno rigido il vincolo di esclusività.

Ciò è avvenuto in concomitanza con l’adozione di misure volte a ridurre il ricorso ai cosiddetti medici gettonisti. Ricordo che la Missione 6 del Pnrr ha previsto un forte investimento per rafforzare le prestazioni erogate sul territorio, con il potenziamento e la creazione di strutture e presidi territoriali, il rafforzamento dell’assistenza domiciliare, lo sviluppo della telemedicina e una più efficace integrazione con tutti i servizi sociosanitari, rinnovare ed ammodernare le strutture tecnologiche e digitali, completare la diffusione del fascicolo sanitario elettronico, garantendo, al contempo, una migliore capacità di erogazione e monitoraggio dei Lea con più efficaci sistemi informativi, anche mediante il potenziamento della formazione del personale.

Da ultimo anticipo che, nell’ambito della manovra finanziaria che sarà operata con la legge di bilancio, saranno dedicate apposite risorse per rifinanziare strumenti incentivanti da destinare al personale del Servizio sanitario nazionale. In particolare, considerata l’esigenza prioritaria di abbattere le liste d’attesa, saranno dedicate specifiche risorse ai professionisti impiegati nei settori più critici da questo punto di vista, al rinnovo dei contratti del comparto sanità, nonché al potenziamento dell’assistenza territoriale, anche con riferimento a nuove assunzioni.

Fatemelo sottolineare, infine, ancora una volta: manca il personale sanitario perché da oltre dieci anni si è bloccato il turnover; manca il personale sanitario perché si è preferito strapagare esterni gettonisti, invece di valorizzare la professione del Servizio sanitario nazionale; manca un Servizio sanitario nazionale con la S maiuscola perché alcune regioni non gestiscono al meglio i fondi. Mi si chiede cosa faremo. Quale Governo si è preoccupato di sostenere il personale medico sanitario negli ultimi dieci anni? Quale legge di bilancio, negli ultimi dieci anni, ha contenuto le parole ‘aumento significativo delle retribuzioni per il personale medico sanitario’? Due giorni fa abbiamo varato la prima Legge di Bilancio che invertirà questa tendenza”.

La replica dell’onorevole Zanella

“Ministro, mi piacerebbe che le parole da lei espresse nella sua replica corrispondessero al vero e a quello che dicono le carte, perché prevedete una spesa di 3 miliardi per il 2024, ma lei sa benissimo che, solo per coprire le spese relative al contratto che è stato recentemente siglato – che doveva essere rinnovato già anni or sono ed è stato rinnovato adesso – del personale medico sanitario, servono almeno 2,3 miliardi.

Poi, un altro punto che non viene mai nominato. E le promesse che avete fatto per il pay-backrispetto ai presidi sanitari delle regioni? Anche quello costa, quantomeno, un miliardo. E, poi, avete calcolato il costo dell’inflazione? E le risorse necessarie per coprire l’aumento dovuto all’impennata causata, nel settore energetico, dal conflitto in Ucraina a seguito dell’invasione russa?

Inoltre la crisi del personale medico, sanitario in genere, è dovuta al fatto – l’ha detto lei stesso – che i medici non sono pagati in maniera adeguata, che scappano dal pubblico, spesso emigrano addirittura, oppure entrano nel privato attraverso le cooperative e vengono pagati a gettone, non sono più rispettati, manca l’autorevolezza che una volta queste professioni conferivano alle persone. Questo crea un disordine, perfino simbolico, oltre che concreto, ai rapporti tra paziente, medico e personale medico-sanitario in generale.

Quindi io credo che l’investimento debba essere molto più congruo, molto più alto, verace, cioè in termini reali e non solo monetari, e che la parola d’ordine debba essere: no al tetto delle assunzioni, ma assunzioni, assunzioni, assunzioni”.

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