Laura Binello, infermiera di Castagnole delle Lanze in provincia di Asti, con la passione del nursing narrativo con trent’anni di attività professionale trascorsi tra le corsie di un ospedale e le colline di un territorio abitato da anime da curare non solo con i farmaci, una passione per l’infermieristica trasmessa attraverso i suoi racconti, esperienze uniche capaci di regalarci un’emozione.
Il nursing narrativo è stato per me prima uno strumento di aiuto (self care) quando la professione mi stava mettendo alla prova non come operatore sanitario ma come donna in prima linea in una cultura sanitaria principalmente medicalizzata e sempre meno umanizzante
Lentamente muore un infermiere.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi gesti di sempre
chi non cambia le idee, i modelli, i percorsi assistenziali.
chi non rischia, chi non cambia, chi non promuove, chi non sa dire no.
chi non parla a chi non conosce, chi si trincera dietro la scienza.
Lentamente muore chi evita una paura, un fallimento, una incapacità.
chi vuole solo nero su bianco e i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni emozioni che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbaglio un cambiamento
quelle che fanno battere il cuore davanti agli errori ed ai sentimenti!
Lentamente muore chi non capovolge un modello, chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l’incertezza, chi rinuncia ad inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non fa ricerca, formazione, chi non legge, chi non ascolta la voce del silenzio interiore, chi non trova grazia e pace in sè stesso.
Lentamente muore chi non si lascia aiutare, chi pensa di salvare da solo il mondo
chi passa i giorni a lamentarsi della propria professione, dei contratti, dei mandati.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi risponde senza sapere che sta dicendo, chi non risponde quando gli si chiede qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte della professione a piccole dosi, ricordando sempre che assistere nella malattia richiede uno sforzo di gran lunga maggiore di quello raggiunto per poterlo fare.
Soltanto l’ardente pazienza e la voglia di essere un infermiere porterà al raggiungimento di una splendida opportunità di crescita professionale.
“Martha Medeiros” liberamente tradotta da Panda Rei (Laura Binello)
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