Oklahoma, Stati Uniti: dagli 1 ai 3 anni ai medici che eseguono l’aborto

Stati Uniti. Giovedi 19/05/2016 nello Stato dell’Oklahoma è stata approvata una legge che potrebbe effettivamente vietare gli aborti sottoponendo i medici che li eseguono a procedura penale. Dagli 1 ai 3 anni di pena al medico che lo esegue, con revoca della licenza ad esercitare.

Nell’ultimo anno diversi Stati della Federazione Americana hanno cercato di approvare leggi sull’aborto per interrompere la gravidanza entro le 20 settimane.

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L’Oklahoma, Stato Americano, attualmente sotto una direzione repubblicana, ha approvato il disegno di legge “contro l’aborto” con 33 Si nei confronti dei 12 NO, nel quale viene vietato ai medici di eseguire la pratica dell’aborto in tutto lo Stato dell’Oklahoma. Pena prevista dagli 1 ai 3 anni con revoca immediata della licenza.  Il testo approvato, sarà presentato al Governatore Mary Fallin, un repubblicano, il quale avrà tempo 5 giorni per leggerlo e firmarlo.

Solamente nel 2014, ci sono stati nello Stato dell’Oklahoma 4.916 aborti, in base a quanto riferito dal Centers for Disease Control, il dipartimento di statistica americano (Vedi. Oklahoma Abortion Facts). Questo sarebbe un duro colpo sia per i medici ginecologici che per le donne le quali dovranno rivolgersi ad un altro Stato per richiedere un’interruzione di gravidanza, se la legge fosse approvata definitivamente.

Nel momento in cui dovesse essere approvato, si aprirebbe una rapida sfida Statale o Federale. Infatti la Corte Suprema Americana ha costantemente stabilito, attraverso diverse sentenze, che la donna ha il diritto di ottenere aborti. Esperti legali già affermano che tale provvedimento sarà dichiarato incostituzionale.

Nonostante questo, non si sono fatti scoraggiare i politici anti-aborto in uno Stato dominato principalmente da repubblicani conservatori. Lo stesso senatore dello Stato dell’Oklahoma, Nathan Dahm, autore del disegno di legge, ha affermato che: “La maggiorparte delle persone sanno che io sono per la difesa dei diritti” aggiungendo “ma tali diritti cominciano nel momento del concepimento”. Lo stesso senatore ha detto di sapere che tale disegno avrebbe aperto una discussione, ma ha espresso la speranza che il caso avrebbe portato la Corte Suprema a rovesciare la sentenza “Roe vs Wade”, che legalizzò nel 1973 l’aborto negli Stati Uniti.

Contrapposta è invece l’opinione di un altro senatore e medico anestesista, Ervin Yen, il quale, pur essendo cattolico e conservatore, si espresso dicendo: “Sono a favore della vita e sono cattolico, ma non credo che dovremmo sprecare tempo nel far approvare una legge che la Corte Suprema dichiarerà incostituzionale

Tale proposta di legge, vieta ai medici di eseguire l’aborto alle donne che lo richiedono. Se tale pratica dovesse essere effettuata, condannerebbe il medico c ad una pena che va dagli 1 ai 3 anni

, accompagnata dalla revoca della licenza necessaria per esercitare la professione.

Purtroppo questo dell’aborto è una questione, lontana ma allo stesso tempo molto vicino a noi. Anche in Italia l’aborto è una questione molto accesa. Basta pensare che in alcune regioni italiane, la percentuale di medici obiettori, ovvero che si rifiutano di eseguire pratiche di aborto, sono la maggioranza. Infatti secondo alcune stime pubblicate dal Ministero della Salute, la percentuale dei medici obiettori in Italia raggiungerebbe il 70%.

Per risolvere il problema su scala nazionale, sarebbe sufficiente prevedere forme di mobilità del personale e reclutamento differenziato, che riequilibrino il numero degli obiettori e dei non obiettori in servizio nelle strutture pubbliche. Eppure, non solo problema e soluzione sono stati ripetutamente identificati in Italia e da parte di autorevoli istituzioni sovranazionali (si veda Risoluzione 1763/2010 del Consiglio d’Europa), ma il nostro Paese è già stato citato in due reclami di fronte al Comitato Economico e Sociale: IPPF EN v. Italy, 87/2012, riguardo la mancata previsione di misure che garantiscano la presenza di personale non obiettore nelle strutture pubbliche, e il Reclamo 91/2013, che denuncia il mobbing subito dai medici non obiettori.” Secondo quanto affermato quanto detto dall’Associazione Luca Coscioni.

Tra le Regioni con il maggior numero di obiettori troviamo il Molise, con il 93.3% dei ginecologi obiettori, con il 92.9 la provincia autonoma di Bolzano, 90.2% in Basilicata, fino ad arrivare all’80.7% in Abruzzo e nel Lazio.

Situazione assai differente in Inghilterra dove i ginecologi obiettori sono solo il 10% dei medici. Inoltre tutti gli operatori che decidono di lavorare nelle strutture di pianificazione familiare non possono dichiararsi obiettori. In Francia invece tutti gli ospedali pubblici hanno l’obbligo per legge di rendere disponibile il servizio di interruzione della gravidanza 24/24 ore. Mentre in Svezia, Stato decisamente liberale, l’obiezione di coscienza non esiste. Infatti i medici specializzando, che pensano che l’aborto sia una cosa sbagliata, vengono indirizzati verso altre specializzazioni che non sia la Ginecologia.

Gianluca Pucciarelli

Bibliografia

  1. Oklahoma Abortion Fact. State abortion statistics from the leading public and private sources
  2. Corriere della Sera. L’aborto è un crimine in Oklahoma: da uno a tre anni per chi lo pratica
  3. LA Stampa. Aborto, ecco le regioni in cui è impraticabile per l’obiezione di coscienza
Gianluca Pucciarelli

Infermiere di Neuro-riabilitazione. Dopo aver conseguito la Laurea Magistrale in Scienze infermieristiche si è iscritto al dottorato di Ricerca presso l'Università di Tor Vergata. Dottorando ricercatore la cui linea dottorale è quella di studiare la Qualità di vita delle famiglie italiane affette da Ictus cerebrale

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Gianluca Pucciarelli

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