Nursind rilancia dopo lo sciopero: “Se il Governo non ci ascolta la protesta raddoppia”

Roma – Un simbolico prelievo di sangue per rendere ancor più plastica l’immagine degli infermieri dopo due anni di pandemia: professionisti svenati e dissanguati, sul piano economico e lavorativo. Turni massacranti, ferie quasi dimenticate e un riconoscimento economico che è rimasto solo nelle parole e nelle promesse dei governanti.

C’era un messaggio da lanciare e il sindacato Nursind lo ha fatto nella giornata di venerdì con una serie di manifestazioni in tutta Italia e a Roma si è svolta quella nazionale. L’adesione, raccontano dal sindacato, è stata quasi dell’80 per cento, al netto del personale contingentato.

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A finire sul banco dell’accusa, da parte degli infermieri italiani, è il Governo colpevole di una imperdonabile superficialità.

“Il no di Mef e Funzione pubblica agli emendamenti in manovra che puntavano all’erogazione anticipata dell’indennità di specificità, svincolandola dal contratto, è stato solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso” spiega il segretario nazionale Nursind, Andrea Bottega.

Si trattava di una misura a costo zero, dal momento che i fondi erano già stati stanziati nella legge di Bilancio dello scorso anno, eppure l’esecutivo si è voltato dall’altra parte. Una mancanza di responsabilità di cui, purtroppo, a pagare le conseguenze non sono solo gli infermieri, ma l’intera cittadinanza”.

L’incontro con il ministro per la Funzione Pubblica, Renato Brunetta, non ha soddisfatto la delegazione sindacale: “Il ministro Brunetta si è opposto all’erogazione della nostra indennità, dietro il paravento di una imminente chiusura del contratto di comparto, fingendo di ignorare che i tempi per vedere un piccolo aumento in busta paga non coincidono certo con la firma di una pre-intesa” ha evidenziato Bottega.

“Ora tocca a lui farsi portavoce col Governo e col ministro Speranza della nostra richiesta di una redistribuzione delle risorse del Fondo sanitario. L’indennità va raddoppiata. I 75 euro lordi, che dovevamo ricevere un anno fa, ora non bastano più. E se non ci daranno un riscontro, il prossimo mese saranno almeno due le giornate di sciopero”.

Salvatore Petrarolo

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