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Crisi infermieri in Lombardia: su 300 posti a concorso, meno di 100 candidati

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Crisi infermieri in Lombardia: su 300 posti a concorso, meno di 100 candidati
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La risposta della regione per fermare la fuga in Svizzera

La Lombardia si trova a fronteggiare una crisi senza precedenti nel settore sanitario, con una carenza critica di infermieri, soprattutto nelle aree di confine con la Svizzera. Nonostante l’apertura di concorsi per 300 posti tra Como e Varese, meno di un terzo delle posizioni è stato coperto, con meno di 100 candidati che hanno risposto all’appello. Questo dato allarmante è sintomatico di un problema più ampio, che coinvolge non solo i costi della vita ma anche la competitività salariale rispetto alla vicina Svizzera.

Secondo Guido Bertolaso, assessore al Welfare della Regione Lombardia, mancano all’appello circa 10.000 infermieri nella regione. Allo stesso tempo, l’Ordine delle Professioni Infermieristiche denuncia la fuga di circa 4.000 infermieri verso la Svizzera, dove i salari sono notevolmente più alti rispetto all’Italia. Per arginare questo esodo, la Regione sta adottando misure concrete, tra cui la destinazione di alloggi a prezzi calmierati per il personale sanitario.

Attualmente, in Lombardia ci sono 843 alloggi residenziali appartenenti agli enti sanitari, ma più della metà di questi (542) sono sfitti o inagibili. La nuova delibera regionale invita la Giunta a reperire le risorse necessarie all’interno del piano di bilancio per riqualificare questi immobili e renderli disponibili agli infermieri. L’obiettivo è fornire un supporto concreto a chi lavora in prima linea, alleviando la pressione economica legata agli alti costi degli affitti nelle aree di confine.

Sindacati: servono incentivi economici e zone economiche speciali

Nonostante l’iniziativa della Regione sia stata accolta positivamente, i sindacati sottolineano la necessità di ulteriori interventi. Massimo Coppia, segretario della Uil Fp Lario e Brianza, ha dichiarato: “Si tratta di una mezza vittoria. Oltre agli alloggi a prezzi calmierati, chiediamo incentivi per l’acquisto di case e l’istituzione di Zone Economiche Speciali (ZES) che possano offrire incentivi economici direttamente nelle buste paga dei nostri dipendenti.”

Attualmente, un infermiere che lavora a Como guadagna tra i 1.400 e i 1.600 euro al mese, mentre l’affitto medio nella zona si aggira attorno agli 800 euro. Questo squilibrio economico rende difficile attrarre e trattenere personale qualificato, aggravando la carenza di infermieri e compromettendo la qualità dei servizi sanitari offerti ai cittadini.

Manifestazione a Cantù per il diritto alla casa

Il dibattito sul tema degli alloggi e degli incentivi economici per gli infermieri si intensificherà ulteriormente con la manifestazione prevista per sabato 7 settembre a Cantù. Dalle 16 alle 18 in Piazza Garibaldi, il coordinatore della Uil Lario, Dario Esposito, guiderà un incontro pubblico per discutere il diritto all’accesso alla casa, un tema cruciale per garantire dignità e stabilità ai lavoratori del settore sanitario.

La Regione Lombardia si trova davanti a una sfida complessa: garantire un adeguato supporto abitativo e salariale agli infermieri per contrastare l’emigrazione verso la Svizzera e assicurare la sostenibilità del sistema sanitario locale. Mentre le misure annunciate rappresentano un passo nella giusta direzione, resta da vedere se saranno sufficienti per risolvere una crisi che minaccia di impoverire ulteriormente il servizio sanitario nelle aree di confine.

Redazione Nurse Times

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