Tesi di Laurea - NeXT

NeXT. Salute ed immigrazione: i colori del Nursing Multiculturale

Si chiama NExT (Nurse EXperimental Thesis), il progetto editoriale targato Nurse Times che permette a neo laureati di proporre il proprio lavoro di tesi, inviandolo all’indirizzo mail della nostra redazione (redazione@nursetimes.org).

Introduzione di Giuseppe Papagni

Si chiama NExT (Nurse EXperimental Thesis), il progetto editoriale targato Nurse Times che permette a neo laureati di proporre il proprio lavoro di tesi, inviandolo all’indirizzo mail della nostra redazione (redazione@nursetimes.org).

NExT è rivolto a tutti gli studenti in Infermieristica e neo laureati che raggiungono un obiettivo importante. 

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Il dott. Minieri Antony, laureatosi presso l’università degli Studi di Roma Tor Vergata, presentando il suo lavoro di tesi dal titolo “SALUTE ED IMMIGRAZIONE:
I COLORI DEL NURSING MULTICULTURALE”. Relatori Dr.ssa D’Ovidio Maria Rosaria e
Dr.ssa Braca Rosetta.

L’assistenza infermieristica assume una rilevanza notevole per erogare un’assistenza individualizzata e personalizzata ai sempre più numerosi clienti provenienti da altre culture che popolano le strutture sanitarie del nostro paese.

Il nursing e l’antropologia formano un connubio indissolubile.

La scienza che si occupa di assistere l’uomo nel suo continuum salute – malattia è inestricabilmente legata con i suoi bisogni più profondi ed essenziali all’essere umano.

Le dimensioni della struttura fisiologica (mangiare, bere, respirare, eliminare), della struttura sociale (sistema politico, fattori economici, fattori politici) e di quella culturale (valori, credenze, stili di vita) non possono più essere separate se si vuole assistere la persona secondo un approccio complesso dove il cittadino nel suo continuum salute malattia riacquisti quella centralità nei confronti del mantenimento del più alto livello di salute possibile che è ontologicamente fondante di tutte le discipline delle professioni sanitarie a cominciare proprio da quella infermieristica.

RISULTATI

La riflessione sulla necessità di garantire la salute per tutti in una società multiculturale, porta a ricercare nuove strategie educative, affinché gli operatori sanitari siano in grado di erogare un’assistenza culturalmente competente, che sia libera di pregiudizi e false conoscenze.

La competenza culturale in ambito clinico-assistenziale è un obiettivo da raggiungere attraverso l’acquisizione di strategie di comunicazione e approccio terapeutico multiculturale, che vadano oltre le difficoltà di relazione legate al linguaggio verbale.

Per meglio affrontare le diversità culturali e per definire un modello chiaro ed efficace nel far fronte all’immigrazione  la comunicazione è un aspetto fondamentale.

Per molto tempo la comunicazione è stata considerata un processo spontaneo affidato alla sensibilità ed alle singole capacità dell’operatore sanitario. Oggi a tutto ciò è indispensabile associare tutte le conoscenze relative alle tecniche di comunicazione.

La comunicazione infatti può essere considerata un’arte, un’attività in cui ingegno, esperienza, fantasia e conoscenze si fondono in un disegno armonioso.

Sono ormai in molti ad affermare che un’efficace comunicazione è fondamentale per tutti i processi assistenziali e per l’esito che ne consegue.

L’incontro fra un operatore socio-sanitario e un utente straniero è un incontro interculturale, è una tappa speciale dell’esperienza transculturale del paziente straniero in una società nuova e completamente alienante. Allo stesso modo l’incontro può essere una esperienza provocatoria e difficile per gli operatori dei diversi servizi socio-sanitari.

La mediazione culturale in questo senso pio aiutarci, in quanto è una professione che ha l’obiettivo di facilitare le relazioni tra gli autoctoni ed i cittadini stranieri, con l’intento di promuove la reciproca conoscenza e comprensione, al fine di favorire un rapporto positivo fra soggetti di culture diverse.

CONCLUSIONI

Di fatto pochissimi, oggi, comprendono come si vive in una società multiculturale, insieme occorre sperimentare nuovi comportamenti e nuove strategie, impadronirsi di nuove competenze interculturali inspirate alle nuove prospettive e questa esigenza investe l’educazione e tutti i settori operativi compreso il settore sanitario.

La riflessione sulla necessità di garantire la salute per tutti in una società multiculturale, porta a ricercare nuove strategie educative, affinché gli operatori sanitari siano in grado di erogare un’assistenza culturalmente competente, che sia libera di pregiudizi e false conoscenze.

Diffuse e spesso profonde sono le difficoltà relazionali e i confronti che spesso si verificano fra individui culturalmente differenti o anche semplicemente il clima di diffidenza più o meno sommersa che si può instaurare nei ambiti multiculturali.

Nel contesto infermieristico, la comunità professionale ha espressamente dichiarato la necessità di orientare lo sviluppo della professione in modo coerente rispetto al percorso intrapreso in ambito sociale; proprio per questo appare oggi fondamentale recuperare “la centralità dell’essere umano” nella sua globalità ed interezza fisico-psico-sociale considerandone anche le differenze culturali.

L’educazione culturale non si configura come una disciplina aggiuntiva e specialistica, parallela alle materie insegnate nel corso di laurea, ma è un approccio che prevede la revisione dei curricoli formativi, degli stili comunicativi e della gestione di differenze, identità e bisogni di assistenziali.

Si rende necessario sviluppare una nuova forma mentis; la transculturalità non può essere intesa né come convivenza nella separazione e neppure sintesi forzata della diversità verso una topica comunità di simili; piuttosto, essa presuppone la disponibilità ad accogliere l’altro al di là dell’apparenza, a rompere: gli schemi, i condizionamenti, i pregiudizi, ad apprezzare la diversità come un diverso modo di essere e di esistere.

In campo sanitario gli ostacoli da superare non sono pochi e non sono solo di ordine socio-economico o politico amministrativo, diventa significativo il modo di comportarsi e di relazionarsi con le persone da assistere.

Per qualificare il servizio sanitario e per mantenere un buon livello di professionalità dei sanitari sono necessari sia strumenti tecnico-scientifici sia una adeguata formazione etico-culturale, poiché l’assistere implica una relazione; si rende necessario sviluppare, nei professionisti sanitari, la capacità di ascoltare l’assistito, di comprendere il suo mondo, il suo vissuto, la sua interiorità, gli infermieri devono partecipare alla sofferenza dell’assistito e incentrare l’organizzazione attorno alle sue esigenze.

É importante che il professionista sanitario consideri il malato, qualunque sia la provenienza, razza, credo, come una persona con la quale strutturare una autentica relazione di aiuto, competente e terapeutica.

Tale relazione costituisce l’essenza della professione infermieristica ed è una relazione di natura etica, un incontro tra una fiducia e una coscienza.

I gesti, le cure, i suggerimenti e le parole che il professionista mette in atto, dovranno essere compiuti sempre nel rispetto della persona assistita, delle sue caratteristiche personali, delle sue credenze morali, religiose e dei suoi valori; per tali motivi la professione infermieristica deve sviluppare maggiormente le tematiche relative alla diversità culturale.

Si rende pertanto urgente un lavoro di formazione alla relazione con chi è diverso e fragile; la visione transculturale deve trasversalmente pervadere le diverse discipline, diventando un filo di riferimento ed orientamento nei differenti ambiti operativi dell’infermieristica.

Rispetto, riconoscimento dell’altro, accoglienza, sospensione del giudizio, sono valori fondamentali per coloro che si occupano  di assistenza, dai quali può dipendere “in larga misura”,  l’esito positivo dell’intervento.”

 

Antony Minieri

 

Allegato

Tesi. Salute ed immigrazione: i colori del Nursing Multiculturale

Giuseppe Papagni

Nato a Bisceglie, nella sesta provincia pugliese, infermiere dal 94, fondatore del gruppo Facebook "infermiere professionista della salute", impegnato nella rappresentanza professionale, la sua passione per l'infermieristica vede la sua massima espressione nella realizzazione del progetto NurseTimes...

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Giuseppe Papagni

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