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Nello Yemen, la peggiore epidemia di Colera di tutti i tempi, continua ad imperversare

Yemen: Un milione di casi attesi entro la fine dell'anno

 

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Yemen: Un milione di casi attesi entro la fine dell’anno

Noi occidentali ci trinceriamo spesso dietro sacrosanti diritti, come quello alla privacy soprattutto quando riguarda i bambini, tanto da non utilizzare foto che li ritraggono senza averne prima occultato i visi. Ma se avessimo fatto così, non avremmo visto gli occhi di questo piccolo yemenita, che sono la pistola puntata alle tempie della nostra coscienza assopita.

Ci guarda senza nulla chiedere, mentre il civilissimo Occidente volge lo sguardo altrove.

Abbiamo già affrontato il problema del colera nello Yemen, (VEDI Articolo), qualche mese fa. Purtroppo la situazione non accenna a migliorare. Anzi, l’epidemia di colera nello Yemen è a tutt’oggi, la peggiore che si sia mai verificata negli ultimi decenni.

Un milione di casi attesi entro la fine dell’anno e almeno 600.000 bambini potrebbero essere colpiti.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riportato più di 815.000 casi sospetti di malattia in Yemen e 2.156 morti. Circa 4.000 casi sospetti sono riportati quotidianamente, di cui più della metà riguarda i minori di 18 anni. I bambini sotto i cinque anni rappresentano un quarto di tutti i casi.

L’epidemia si è diffusa rapidamente a causa delle precarie condizioni igienico sanitarie, per via di una guerra civile che ha portato sull’orlo del baratro milioni di persone e al collasso un sistema sanitario, che si regge, allo stato attuale, solo sull’iniziativa delle Organizzazioni Non Governative (ONG) e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Infatti, a causa della guerra da quasi un anno i 30.000 operatori sanitari del Paese non vengono pagati.

Il nuovo Direttore Generale dell’OMS, il Dottor Tedros A. Ghebreyesus ha affermato: “Gli operatori sanitari dello Yemen stanno operando in condizioni impossibili: migliaia di persone sono malate, non ci sono abbastanza ospedali, non ci sono abbastanza farmaci, né abbastanza acqua pulita, questi medici e questi infermieri sono la spina dorsale della risposta sanitaria

, senza di loro non potremmo far niente in Yemen. Devono essere corrisposti i loro salari in modo che possano continuare a salvare vite umane”.

L’OMS e le ONG stanno lavorando 24 ore su 24 per costruire degli ospedali di campo per il trattamento del colera, per rimettere in sesto le strutture sanitarie danneggiate dalla guerra e per fornire medicine e forniture mediche in genere e per sostenere, infine, lo sforzo della risposta sanitaria nazionale.

Più del 99% delle persone colpite da colera, che hanno avuto accesso alle cure, si sono salvate. Ma quasi 15 milioni di persone non sono in grado di ottenere assistenza sanitaria di base.

Per salvare vite umane in Yemen oggi dobbiamo sostenere il sistema sanitario, in particolare gli operatori sanitari. Esortiamo le autorità dello Yemen, e tutti quelli della Regione, e non solo, che possono svolgere un ruolo, a trovare una soluzione politica per questo conflitto che ha già causato tanta sofferenza. La gente dello Yemen non può sopportare molto più a lungo una situazione del genere, ha bisogno di pace per ricostruire la propria vita e il loro paese”, ha continuato il Direttore dell’OMS, Tedros A. Ghebreyesus.

Non voltiamoci dall’altra parte e proviamo a sensibilizzare i Governi europei affinché possano intervenire, come intermediatori, per una risoluzione positiva di un conflitto che sta uccidendo, come sempre accade in questi casi, milioni di innocenti.

 

Rosaria Palermo

www.who.int

Rosaria Palermo

Infermiera dal 1994. Attualmente, infermiera specialista del rischio infettivo presso l'ARNAS Garibaldi di Catania. Ho una laurea magistrale e due Master, uno in Coordinamento e l'altro in Management del rischio infettivo. Faccio parte del Direttivo di ANIPIO (Società Scientifica degli Infermieri Specialisti del Rischio Infettivo) dal 2016. Penso che lo scatto nella nostra professione debba essere culturale, prima di ogni cosa. Nelson Mandela diceva che la conoscenza è l'arma più potente di cui gli esseri umani dispongano, ed è ciò che permetterà alla nostra professione di ritagliarsi gli spazi che le competono.

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