Napoli, minaccia di sparare a medici e infermieri: padre esagitato semina il panico al Santobono

È accaduto lo scorso 6 dicembre. L’aggressore pretendeva una visita immediata per il figlio al pronto soccorso.

Ennesimo sopruso ai danni del personale di una struttura sanitaria a Napoli. Stavolta il teatro degli eventi è l’ospedale Santobono, dove il 6 dicembre scorso un uomo e una donna hanno minacciato di sparare a infermieri e medici presenti nel pronto soccorso se non avessero subito visitato loro figlio, costringendoli così a cambiare il codice d’urgenza del piccolo paziente da verde a giallo. Ne dà notizia il consigliere regionale della Regione Campania ed esponente della Quinta Commissione Sanità, Francesco Emilio Borrelli, citando la pagina Facebook “Nessuno tocchi Ippocrate”.

Questo il resoconto contenuto nella relazione del medico di turno al pronto soccorso: “… entra con violenza nei box pediatrici il padre del paziente, accettato dal triage alle ore 18:43 come codice verde (cambiato in giallo alle 18:56, dopo che il signore in questione ha minacciato le infermiere di turno al triage, dando pugni sul vetro e urlando di sparare, facendo anche allontanare altri utenti in attesa di registrazione in quanto la guardia giurata aveva abbandonato la propria postazione dopo essere stata aggredita e minacciata di morte)”.

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«Prendo la pistola e ti ammazzo», avrebbe urlato l’esagitato genitore, “strattonando e minacciando il sottoscritto – scrive ancora il medico -, prendendomi per il camice e posizionando la fronte contro il mio volto per sfidarmi e minacciarmi di morte se non avessi visitato e ricoverato istantaneamente il figlio. Non volendo aspettare il proprio turno, si è lanciato fisicamente contro il sottoscritto e solo l’intervento delle guardie allertate dal personale in cerca di aiuto ha evitato conseguenze più drammatiche”.

Una volta allontanato, il padre non si è dato per vinto ed è tornato alla carica, sebbene la sua compagna fosse entrata col bambino per accertarne le condizioni cliniche. Ecco come il medio di turno descrive la situazione: “essendo la postazione di guardia del pronto soccorso ancora scoperta, riesce nuovamente a entrare nei box pediatrici e a lanciarsi contro il sottoscritto, spingendomi forte, ma veniva fermato in tempo, prima che l’aggressione degenerasse”.

Allertata più volte, la polizia è intervenuta 50 minuti dopo la prima chiamata. “Tra l’altro, alla proposta di ricovero – spiega Borrelli -, la madre si è poi opposta in quanto voleva solo sapere come stava il bambino, a conferma del fatto che l’urgenza del caso veniva stabilita dai genitori e dall’incapacità delle poche guardie di mantenere l’ordine al triage. Devono essere denunciati tutti, e sono necessari presidi fissi delle forze dell’ordine nei pronto soccorso cittadini, come ho più volte chiesto”.

Secondo l’associazione “Nessuno tocchi Ippocrate”, quella del Santobono è la 78esima aggressione al personale medico e infermieristico campano nel 2018. “Chiediamo un processo rapido per questo signorem, che la polizia non avrà difficoltà a identificare – conclude Borrelli -. Alle vittime di tanta brutalità esprimiamo tutta la nostra vicinanza. Bisogna reagire con forza contro questi metodi arroganti, violenti e delinquenziali. Chiediamo nuovamente al questore e al prefetto di Napoli di prevedere presidi fissi delle forze dell’ordine nei pronto soccorso napoletani, dove sono troppi ormai gli episodi gravissimi ai danni del personale, degli altri pazienti e anche delle strutture, non più tollerabili e sintomo di un imbarbarimento civile che deve essere fermato e contrastato con ogni mezzo, soprattutto negli ospedali”.

Redazione Nurse Times

Fonte: www.ilmessaggero.it

 

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