La musicoterapia rientra nel complesso processo del prendersi cura del paziente e non solo del curarlo. All’ospedale di Paola è in corso il progetto “Musica in Terapia”, che si propone di utilizzare la Musicoterapia recettiva nella fase di somministrazione della terapia oncologica, fornendo ogni postazione di chemioterapia. Pubblichiamo,a tal proposito, l’articolo della dottoressa psicologa Michela Loiacono, che fa parte dell’equipe dell’Unità operativa di Oncologia dell’ospedale di Paola, diretta dal dottor Gianfranco Filippelli.
Negli ultimi 15 anni sono stati pubblicati, vari studi riguardanti l’applicazione della Musicoterapia, e della Musicoterapia accostata alla visualizzazione di immagini, in campo oncologico. Essi hanno dimostrato che l’applicazione di tali metodi può determinare:
Secondo Gadamer (1994), la nuova cultura medica si focalizza più sul concetto di salute che su quello di malattia: la salute è quindi intesa come un ritmo vitale, un processo incessante che tende all’equilibrio: le condizioni di malattia costringono spesso il paziente a non dimenticare di essere una persona malata in una situazione di forte disagio e difficoltà. E’ proprio in questo modo che il paziente rischia di rimanere immobilizzato e sentirsi impotente.
Le linee guida Aiom in collaborazione con SIPO (ed. 2016), recependo le esperienze scientifiche e cliniche nonché le Linee Guida di stampo internazionale, inseriscono la Musicoterapia tra le terapie complementari da affiancare alla terapia oncologica ed al supporto psiconcologico: << Il report dell’Institute of Medicine (IOM) e le Linee Guida e le raccomandazioni per una buona pratica clinica disponibili in letteratura indicano l’importanza di integrare nella routine clinica interventi cognitivo-comportamentali, psicoterapia supportiva, familiare o di coppia e terapie integrative e complementari (es. terapie creative quali musicoterapia, danzaterapia, arteterapia, o altre tecniche psicoterapiche inquadrabili nell’ambito delle tecniche di medicina integrativa o complementare come la mindfullness) >> (Linee Guida Aiom, edizione 2016).
Nella revisione della letteratura effettuata da Aldridge (1994), emergono evidenze a supporto degli interventi musicoterapici, con i quali si registrano significative riduzioni del vomito e una riduzione dell’esperienza di dolore accompagnata da sensazioni positive, sia di tipo sensoriale sia di tipo emotivo. Viene inoltre riscontrato un significativo calo del disagio fisico ed un innalzamento del tono dell’umore.
Gli studi scientifici dimostrano, inoltre, che la musicoterapia contribuisce ad aumentare la consapevolezza di sé passando dalle emozioni e permettendo un aumento del senso di autoefficacia e della sensazione di vitalità.
Gli studi di neurobiologia confermano ulteriormente tali risultati, fornendo informazioni sui potenziali meccanismi attraverso i quali la musica influisce positivamente sulla persona: i dati di imaging funzionale hanno mostrato che l’ascolto della musica modula l’attività di più strutture limbiche e paralimbiche del cervello (striato ventrale compreso il nucleo accumbens), il mesencefalo dorsomediale, l’amigdala e l’ippocampo. Questa particolare distribuzione neuroanatomica colpisce per almeno due motivi: il primo è che le anomalie funzionali di queste stesse strutture sono implicate nella fisiopatologia del dolore, nell’ansia e nella depressione. Il secondo è che queste stesse strutture sono note per essere densamente popolate da recettori associati a dolore, ansia e depressione, vale a dire oppioidi endogeni (endorfine, encefaline, endomorfine responsabili di sensazioni di leggera euforia e del senso di benessere), GABA e dopamina.
La possibilità che la musicoterapia contribuisca alla riduzione di ansia, disturbi dell’umore e percezione delle sensazioni dolorose, è inoltre, importante, unita ad eventuali interventi psicoterapeutici, allo scopo di diminuire il ricorso a farmaci ansiolitici e/o antidepressivi e ciò è fortemente vantaggioso considerate le disfunzioni epato-renali che accompagnano spesso la condizione del malato oncologico.
Il Progetto “Musica in Terapia” si propone di utilizzare la Musicoterapia recettiva nella fase di somministrazione della terapia oncologica, fornendo ogni postazione di chemioterapia, di un Tablet per l’utilizzo della Musicoterapia recettiva, eventualmente accostata alla visualizzazione di immagini positive (effetto sinestesia).
Abbiamo, inoltre, esteso l’impiego della musicoterapia recettiva anche alla procedura di impianto di catetere vascolare centrale (PICC) nell’ambulatorio dedicato (responsabile infermieristico dott. L. Aloia, infermieri impiantatori dottori S. Politano e A. Gallo), sempre allo scopo di ridurre lo stato di tensione emotiva, che il paziente può sperimentare di fronte alla necessità di sottoporsi a procedure mediche e infermieristiche, anche microinvasive.
Il maestro Vessicchio è stato coadiuvato dal Maestro Sonia Berardi, diplomata in Canto Lirico presso il Conservatorio di Vibo Valentia e Laureata in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo (DAMS), specializzanda in Musicoterapia presso la Scuola di Musicoterapia Pro Civitate Christiana di Assisi (Pg). Il contributo di entrambi i musicisti succitati è stato completamente gratuito e volontario.
Uno speciale ringraziamento va al Direttore di U.O., G. Filippelli, per l’attenzione costante verso le iniziative, proposte in ambito psiconcologico, nella direzione dell’umanizzazione delle cure mediche.
Prezioso, inoltre, è il lavoro di Equipe svolto da medici, infermieri, psiconcologo, nell’ottica del “ prendersi cura” della persona con cancro.
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