Medici

Piemonte, Cassazione dà ragione ai medici: “Non dovuto alle Asl il 5% delle fattute per l’intramoenia di 10 anni fa”

Esulta il sindacato Anaao Piemonte, che sotenuto i propri iscritti nelle cause sulla “quota Balduzzi”. I medici che hanno svolto ALPI non dovranno versare alle Asl le cifre non accantonate.

La Corte di Cassazione ha dato ragione, in via definitiva, alle posizioni adottate da Anaao Piemonte nelle cause in difesa dei propri iscritti sulla “quota Balduzzi”

, che le Asl e la Regione volevano far pagare ai medici che hanno svolto ALPI (Assistenza libero professionale in intramoenia).

Nei mesi scorsi le aziende sanitarie avevano intimato ai professionisti il pagamento di una quota pari al 5% dell’attività intramoenia risalente alle fatture di dieci anni fa. Nel 2012, infatti, entrò in vigore la Legge Balduzzi, che prevedeva un aumento del 5% del compenso della libera professione dei medici, da accantonare per l’abbattimento delle liste d’attesa.

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Le Asl tardarono a recepire la legge ed ora, dopo dieci anni, hanno preteso dai medici queste cifre non accantonate.

Così il sindacato: “Anaao Assomed ha sempre sostenuto che questa richiesta fosse illegittima, perchè il 5% andava sommato al compenso del professionista e non detratto dallo stesso. Inoltre l’applicazione della legge con la trattenuta Balduzzi doveva essere successiva ad un accordo sindacale che nelle varie aziende è stato poi concluso successivamente. Ora la Corte di Cassazione ci dà ragione. La sentenza sull’illegittima richiesta del 5% della Balduzzi, riguarda un’analoga causa sostenuta in Lombardia, tanto attesa perché rappresenta un precedente giurisprudenziale di fondamentale importanza per tutte le cause di primo grado del Piemonte”.

E ancora: “La Corte suprema ha sentenziato, in via definitiva e con cristallina chiarezza, che debba escludersi che l’azienda sanitaria possa applicare la trattenuta in difetto di previo accordo in sede di contrattazione integrativa e che il 5% aziendale da accantonare per l’abbattimento delle liste d’attesa (c.d. 5% della Balduzzi) dovesse essere chiesto ai pazienti, applicando l’incremento dell’onorario previsto dalla Legge. Come abbiamo sempre detto, difendendo in tutte le sedi e nei tribunali i nostri iscritti, la richiesta del 5% della Balduzzi di dieci anni fa, è illegittima! Attendiamo che i tribunali del Piemonte recepiscano la sentenza”.

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