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Potenza. Infermiera del 118 stuprata dal soccorritore dell’ambulanza durante il turno di notte

LAVALLE (FIALS): “lo stupro nella postazione del 118 punta dell’iceberg di una condizione femminile discriminata e penalizzata dal sistema sanitario

L’arresto dell’autista del 118 che un mese fa ha violentato durante il turno di notte una collega infermiera impone una risposta immediata, articolata e potente da parte del sistema sanitario regionale”.

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E’ una posizione fortemente critica quella espressa da Angela Lavalle, componente della commissione regionale pari opportunità e segretaria organizzativa della Fials di Potenza.

“L’episodio atroce in un luogo di lavoro – dichiara Lavalle – è soltanto la punta dell’iceberg di una condizione delle donne che sono penalizzate, discriminate, sottoposte a quotidiane umiliazioni. Manca del tutto nelle aziende sanitarie lucane la cultura della sicurezza sul luogo di lavoro, del benessere e del rispetto dei diritti dei dipendenti”.

“Esprimere – sottolinea la nota diffusa dalla Fials – la più forte e appassionata solidarietà alla collega vittima di una brutale violenza ci chiama perciò a un impegno a 360°. Affinché postazioni isolate come i presidi del 118 e le guardie mediche notturne non siano luoghi in cui le donne debbano vivere con terrore l’orario di servizio. Ma anche per affermare con azioni positive ed efficaci una cultura attiva dell’uguaglianza dei diritti delle donne e un’attenzione costante ai loro bisogni”.

“Le donne – sottolinea Lavalle – sono fortemente sottorappresentate nelle posizioni apicali delle aziende sanitarie, della dirigenza medica e del comparto sanità. I clamorosi ritardi dell’Irccs Crob di Rionero nell’attivazione del CUG è l’esempio più recente di una sistematica disattenzione alla cultura delle pari opportunità. Nulla si fa per rendere funzionali gli orari di servizio alle esigenze delle donne stressate dai carichi del lavoro domestico”.

“Se tanti lavoratori del comparto sanità – conclude la nota della Fials – sono da due anni schiacciati da carichi di lavoro esorbitanti e pericolosi per la loro salute, la situazione è ovviamente ancora più grave e insostenibile per le donne a cui vengono negati persino i più elementari servizi sociali. Un esempio clamoroso è la vicenda dell’asilo nido del San Carlo: costruito molti anni fa con ingenti risorse pubbliche, è stato messo a bando alla fine del 2019 insieme alle analoghe strutture di Regione e Unibas, ma dell’affidamento del servizio si è persa ogni traccia. Uno spreco vergognoso”.

Redazione Nurse Times

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