L’emergenza 118 in Emilia Romagna secondo l’Ordine dei Medici

Anche noi leggiamo con stupore quanto prodotto dalla Federazione dell’Ordine dei medici dell’Emilia Romagna e riprese dal nostro articolo “O.d.M. dell’Emilia Romagna “No ad ambulanze con soli infermieri”. Risposta del coordinamento Ipasvi E.R.”.

Sulle considerazioni emerse abbiamo provato ad immaginare come potesse essere un mondo (in questo caso quello dell’emergenza) senza infermieri.

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L’idea della Federazione dell’ordine dei medici dell’Emilia Romagna però pensandoci bene non è male:

  1. l’utente chiama il 118, risponde il medico della centrale che emette una prima ipotesi diagnostica;
  2. lo stesso medico di centrale che ha preso la chiamata, invia sul posto un suo collega (con infermiere al seguito) che conferma o smentisce la prima ipotesi magari dopo contatto/consulto con lo specialista.
  3. Il medico mette in atto un eventuale trattamento e accompagna il paziente in pronto soccorso e lo consegna al medico di triage che lo prende in carico;
  4. dopo aver condiviso l’ipotesi diagnostica dei colleghi può eventualmente fare un ulteriore trattamento in attesa di entrare in ambulatorio;
  5. nell’ambulatorio viene visitato dal medico, sottoposto ai vari accertamenti, eventuale consulenza fino a diagnosi e trattamento definitivo o ricovero…

Insomma con una telefonata ti vedono dai 4 agli 8 medici, 9 se a chiamare il 118 è il medico di base, come spesso accade!!

E allora??? Cari medici dell’Ordine dell’Emilia Romagna, volete davvero medicalizzare tutto il sistema di emergenza urgenza terrirtoriale 118??

Forse ci sarebbe un gran bisogno di rinnovare gli organi di rappresentanza professionale…non credete?

Massimo Randolfi

Massimo Randolfi

INFERMIERE: Nato a Bari, fondatore di Nurse Times e amministratore del gruppo Facebook "infermiere professionista della salute", la sua passione per l'infermieristica, l'informazione e per l'informatica lo porta ad essere l'anima tecnica del progetto www.nursetimes.org

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