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Le iniezioni diventano senza ago grazie alla tecnologia laser e a Bubble Gun

Un ulteriore passo nella lotta alla belonefobia potrebbe essere compiuto grazie alle ricerche condotte da un gruppo di scienziati olandesi. La paura degli aghi infatti, è una patologia molto diffusa. Si stima che circa il 10% della popolazione mondiale ne sia affetta.

Per contrastare questo fenomeno il team di ricerca sta sviluppando un nuovo dispositivo medico senza ago, che permetta la somministrazione di farmaci che precedentemente venivano iniettati esclusivamente con le tradizionali siringhe.

Il dispositivo è stato chiamato “Bubble Gun” ed utilizza una tecnologia laser per somministrare “iniezioni virtuali” che non provocano alcun tipo di dolore nel paziente.

Poiché la paura degli aghi è estremamente comune, questa innovativa via di somministrazione potrebbe essere applicata anche nella campagna vaccinale mondiale contro il Covid-19. Potrà permettere anche la riduzione del rischio di contaminazione associato alle tradizionali tecniche iniettive e di infezione conseguente alle pratiche di riutilizzo di aghi presenti in alcuni paesi del Terzo Mondo.

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Il dispositivo “Bubble Gun” è ancora in fase di sviluppo e potrebbero volerci dai 12 ai 36 mesi prima che possa essere disponibile al pubblico.

“Il device utilizza un laser in grado di far penetrare minuscoli droplets

attraverso l’epidermide”, ha spiegato David Fernandes Rivas, professore della Twente University e ricercatore associati al Massachusetts Institute of Technology.

“L’intero processo di somministrazione è più veloce di una puntura di zanzara e non causa alcun tipo di dolore poiché le terminazioni nervose cutanee non vengono interessate”, preosegue il ricercatore.

In un millisecondo, la capsula di vetro che contiene la soluzione da iniettare viene riscaldata dal raggio laser. Ciò permette la formazione di una bolla che viene poi espulsa alla velocità di 100 km/h.

“È proprio l’elevata velocità a permettere la penetrazione della cute senza arrecare alcun danno. Nessun tipo di lesione cutanea è mai stata riscontrata nei soggetti sottoposti a tale procedura”, spiega Rivas.

La fase di testing su campioni tissutali è stata conclusa con successo grazie ad un finanziamento dell’Unione Europea di 1.5 milioni di euro. È ora iniziata la fase di arruolamento di volontari che precederà la sperimentazione sull’uomo.

Questa fase prevederà la collaborazione tra una nuova startup e l’industria farmaceutica per la definizione delle fasi di test e marketing della tecnologia “Bubble Gun”.

Dott. Simone Gussoni

Fonte: https://bubble-gun.eu/

Dott. Simone Gussoni

Il dott. Simone Gussoni è infermiere esperto in farmacovigilanza ed educazione sanitaria dal 2006. Autore del libro "Il Nursing Narrativo, nuovo approccio al paziente oncologico. Una testimonianza".

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