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La Sindrome da ipersensibilità elettromagnetica, riconosciuta invalidità

Il Prezzo della modernità: quando il nostro corpo si ribella

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Siamo sicuri che mentre siamo comodamente seduti di fronte al nostro PC e ci colleghiamo ad internet col nostro wi-fi o parliamo al telefonino il nostro corpo ci ringrazia?
Sembrerebbe proprio di no, almeno stando a quanto decretato dal tribunale per i contenziosi per invalidità, in Francia, che ha riconosciuto il diritto alla pensione di invalidità ad una giovane donna di 39 anni affetta da “Sindrome da ipersensibilità elettromagnetica” (EHS).

Riguardo a questa patologia non ci sono prove scientifiche definitive ma della quale già nel 2005 la World Health Organization ne riconosceva i sintomi quali prurito, arrossamento,affaticamento nausea, palpitazione cardiaca e disturbi digestivi, ai quali sono da aggiungere emicrania, spasmi muscolari, difficoltà di concentrazione e forti dolori al petto. Ovviamente la diagnosi differenziale va fatta con situazioni psichiatriche preesistenti come la paura dell’esposizione ai campi elettromagnetici piuttosto che all’effettiva esposizione.

Non di meno in questo caso specifico il tribunale francese ha riconosciuto alla donna (ex documentarista e drammaturga), che si è vista costretta ad isolarsi sui Pirenei senza elettricità, un deficit funzionale dell’85% in seguito al quale potrà contare su un contributo di 800 euro mensili per 3 anni eventualmente rinnovabili.

Una malattia rara e fortemente invalidante la cui unica cura è per ora l’allontanamento dai campi elettromagnetici. Nel 2011 lo Iarc, l’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro, ha classificato le radiofrequenze come “possibili cancerogeni” per l’uomo.
Tra tutti i dispositivi il cellulare è il più inquinante da tale punto di vista, ciò dipende dal fatto che è anche quello con cui abbiamo un contatto più diretto e dall’antenna, che emette delle onde sferiche che proprio in virtù di questa loro caratteristica abbracciano tutto quello che incontrano nel loro raggio, compreso il nostro organismo.

Un primo passo che possiamo compiere per proteggerci è quello di utilizzare gli auricolari ed il vivavoce (naturalmente impossibile eliminare i cellulari!), fare telefonate brevi e spegnere sempre i dispositivi quando non sono in uso.

Il passo successivo è di concedersi finalmente almeno 24 ore per dedicarci a noi stessi senza l’uso di alcun dispositivo e ne gioverà si il corpo, ma anche lo spirito!

Mina Cucinotta

Fonti: panorama 26 agosto 2015
salute.letteradonna.it
www.lettera43.it

Redazione Nurse Times

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