La rete delle cure domiciliari: hospice ospedaliero e hospice residenziale

Introduzione di Giuseppe Papagni

Continua il grande successo per il progetto editoriale targato Nurse Times denominato Nurse EXperimental Thesis (NExT). Sono infatti numerosi i lavori di tesi che giungono a questa redazione (redazione@nursetimes.org) e successivamente pubblicate nello spazio dedicato. NExT è il progetto editoriale rivolto a tutti gli studenti in Infermieristica e neo laureati.

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La collega Sara Stefanelli, presenta la sua tesi dal titolo “La rete delle cure domiciliari: hospice ospedaliero e hospice residenziale”, discussa presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Dipartimento di Medicina Diagnostica, Clinica e di Sanità Pubblica, CdL in INFERMIERISTICA, Sede di Modena, Presidente: Prof. Anna Iannone, Relatore Cinzia Minozzi, Correlatore Lisa Rizzato; ANNO ACCADEMICO 2014/2015.

…di Sara Stefanelli

L’Hospice è una realtà oggi poco conosciuta e valorizzata, ma molto importante per i pazienti e soprattutto per i parenti,che ricevono assistenza in questa struttura. La sua nascita viene sancita nel 1967 quando un’infermiera Cicely Saunders capi quanto fosse importante e necessario da parte del personale sanitario garantire il supporto ai famigliari che hanno subito un lutto, e quanto fosse altrettanto importante controllare la sintomatologia e garantire le cure domiciliari. Questo modello si sviluppò da li a pochi anni in tutto il mondo, con grande successo.
In Italia, invece, si è sviluppato maggiormente negli ultimi 20 anni con una serie di leggi che ne sanciscono l’effettiva importanza tra cui: il piano sanitario nazionale 1998-2000; DPCM 29 NOVEMBRE 2001 e la legge 38 del 15 marzo 2010.
Le cure palliative si rivolgono a pazienti in fase avanzata di malattie cronica ed evolutive, in primo luogo oncologiche ma anche cardiologiche e neurologiche ed hanno lo scopo di dare al malato la massima qualità di vita possibile. La sintomatologia che maggiormente viene trattata in queste strutture è la seguente:

  • nausea,
  • vomito,
  • dispnea,
  • dolore,
  • delirium,
  • astenia e occlusione intestinale.

Un hospice non si differenzia solo dalla tipologia di paziente ma anche e soprattutto dalla struttura e dai requisiti che esso deve avere rispetto alle comuni Unità Operative.
Esso deve essere localizzato in zone urbane ben collegate dai mezzi pubblici per evitare l’isolamento sociale del paziente ed evitare l’allontanamento con il nucleo famigliare; LE STANZE SONO SINGOLE CON BAGNO AUTONOMO e vi è un letto supplementare per il pernottamento di un parente; vi sono delle aree comuni come la tisaneria/cucina, sala lettura, cappella e camera mortuaria dove si accoglie la salma; ma la caratteristica fondamentale di questa struttura resta il giardino, esso infatti è collocato interamente nel verde in quanto serve a creare un impatto positivo di sollievo e allentamento della tensione sia nei malati che nei famigliari.
L’equipe è altamente preparata e formata. Essa è composta da medico, infermiere, operatore socio sanitario, psicologo, assistente sociale, assistente spirituale e volontari; al fine di completare il profilo multidisciplinare bisogna ricordare che di essa fanno parte anche fisioterapisti, dietologi, nutrizionisti, musico terapisti, cromo terapisti e mediatori culturali.

Nella mia tesi ho inoltre analizzato la “realtà hospice“ in Emilia Romagna.

In Emilia Romagna le cure palliative, data la complessità assistenziale dei pazienti terminali devono essere erogate attraverso una rete che ne garantisce la continuità assistenziale in tutte le fasi di cura della malattia e l’integrazione dei diversi ambiti assistenziale, territoriali, sanitari, sociali e ospedalieri. La rete delle cure palliative è inserita all’interno del dipartimento di cure primarie e si articola in quattro nodi :ospedale,ambulatorio, hospice e domiciliare. Ad esso si accede attraverso il punto unico di accesso che ne garantisce un accesso equo e la continuità al servizio.
Questo accoglie la domanda e attiva il percorso di valutazione multidimensionale al fine di individuare il setting più idoneo al paziente e infine viene sviluppato un piano assistenziale.
Il ruolo dell’infermiere in queste strutture è molto importante. Infatti l’infermiere palliativista deve essere dotato di una formazione specifica che si articola in tre livelli:

  • Livello A: diretta a tutti gli operatori sanitari che si trovano a contatto con i pazienti terminali. La loro formazione riguarderà soprattutto l’ ambito cognitivo, relazionale e gestuale.
  • Livello B: rivolta a tutti i professionisti sanitari qualificati che lavorano in ambiti specialistici di cure palliative. Qui vengono approfondite le conoscenze del livello A e vengono acquisite abilità tecnico-pratiche.
  • Livello C: rivolto a medici e infermieri che vogliono effettuare ricerca in cure palliative o contribuire attivamente alla formazione.

Inoltre l’infermiere deve avere competenze specifiche di tipo: etico, cliniche, comunicativo-relazionali, psicosociali e di lavoro di equipe.

Conclusione
Questa tesi nasce per mettere in evidenza i punti di forza di questa struttura e soprattutto nasce per far conoscere alla collettività l’importanza che questa ha non solo per il paziente ma anche per i famigliari, che trovano sollievo e conforto in persone altamente preparate e qualificate, in grado di supportarli in momenti critici della vita.
Nasce anche, per evidenziare l’importanza che il lavoro di equipe ha all’interno, non solo di queste strutture, ma anche delle altre unità operative. Lavorare insieme per un obiettivo comune come il bene del paziente dovrebbe essere il cardine di una giusta assistenza.
Infine nasce anche per evidenziare come non in tutte le realtà italiane, a causa dei fondi che esse hanno a disposizione è possibile attuare quello che la legge sancisce.
Però è possibile sfruttare al meglio le risorse che si hanno a disposizione mettendo sempre amore e passione in quello che si fa, ricordandoci sempre che i pazienti mettono nelle nostre mani la loro vita e la loro storia, e noi in qualità di professionisti ma soprattutto esseri umani abbiamo il dovere di rispettarlo.

Tesi

La rete delle cure domiciliari: hospice ospedaliero e hospice residenziale

Giuseppe Papagni

Nato a Bisceglie, nella sesta provincia pugliese, infermiere dal 94, fondatore del gruppo Facebook "infermiere professionista della salute", impegnato nella rappresentanza professionale, la sua passione per l'infermieristica vede la sua massima espressione nella realizzazione del progetto NurseTimes...

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