Le persone che ne sono interessate hanno in genere buone capacità di sviluppo cognitivo.
Indicatori di dislessia
Con l’ingresso nella scuola i bambini con dislessia si confrontano con la difficoltà di imparare a leggere e scrivere. Potrebbero manifestare alcune caratteristiche:
La difficoltà di lettura può essere di grado variabile e accompagnarsi a problemi nella scrittura e nel calcolo. Le difficoltà incontrate possono portare il bambino a stancarsi facilmente, commettere errori, rimanere indietro e non imparare.
I genitori che osservino difficoltà a leggere nel proprio figlio, possono confrontarsi in primo luogo con gli insegnanti della scuola frequentata e con il pediatra di famiglia per essere eventualmente indirizzati ad una visita specialistica.
Nonostante sia prematuro accertare (diagnosticare) la dislessia prima della terza elementare, è possibile, già alla fine della prima o all’inizio della seconda elementare, avere un sospetto circa la presenza del disturbo. In questi casi potrebbe essere opportuno segnalare la presenza di queste difficoltà specifiche e consigliare a genitori, insegnanti ed altre figure coinvolte nella didattica, di aiutare il bambino nelle aree carenti.
Le cause della dislessia rimangono ad oggi sostanzialmente sconosciute sebbene le evidenze scientifiche siano a favore di una base genetica e neurobiologica che si combina a fattori di rischio ambientale.
Supporto alle persone colpite da dislessia
In Italia la Legge 170/2010, e i conseguenti Decreto attuativo e le Linee Guida ad esso associate, garantiscono i diritti delle persone con disturbo specifico dell’apprendimento e ne favoriscono il successo scolastico per mezzo di un corretto approccio al particolare stile di apprendimento che la difficoltà comporta.
Nel territorio italiano sono presenti numerose associazioni no profit registrate che svolgono attività di formazione e contribuiscono a fornire un supporto a livello locale e un maggiore accesso alle informazioni. Tra queste, si ricorda l’Associazione Italiana Dislessia (AID).
I segni e le caratteristiche della dislessia possono differire da individuo a individuo. La persona con dislessia può presentare alcuni tra i seguenti disturbi (sintomi):
Bambini in età prescolare
Bambini in età scolare
I bambini con dislessia possono presentare altri disturbi associati tra cui difficoltà di scrittura e di calcolo. Possono, inoltre, essere presenti anche difficoltà di concentrazione e di mantenimento dell’attenzione, problemi di coordinazione motoria, difficoltà di memoria e di organizzazione.
In assenza dell’accertamento (diagnosi) della malattia e senza conoscere i motivi delle sue difficoltà in ambito scolastico, il bambino dislessico può sentirsi inadeguato e mostrare problemi di autostima.
Qualora i genitori osservino delle difficoltà di apprendimento nel proprio figlio, possono confrontarsi con gli insegnanti della scuola e con il pediatra di libera scelta che potrà indirizzarli ad una valutazione specialistica.
La valutazione
La famiglia può richiedere una valutazione specialistica secondo le modalità previste dall’Art. 3 della Legge 170/2010. In particolare, la diagnosi dei DSA è effettuata nell’ambito dei trattamenti specialistici già̀ assicurati dal Servizio sanitario nazionale a legislazione vigente ed è comunicata dalla famiglia alla scuola di appartenenza dello studente. Le regioni nel cui territorio non sia possibile effettuare la diagnosi nell’ambito dei trattamenti specialistici erogati dal Servizio sanitario nazionale possono prevedere che la medesima diagnosi sia effettuata da specialisti o strutture accreditate, nei limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili.
L’accertamento del disturbo avviene ad opera di specialisti attraverso colloqui con la famiglia e con il bambino e tramite l’esecuzione di test specifici tra cui i test di valutazione del livello cognitivo generale e dello stato dell’apprendimento scolastico.
Il risultato della valutazione è comunicato alla famiglia tramite una relazione scritta che deve contenere i risultati dei test somministrati, la diagnosi e precise indicazioni per migliorare l’approccio didattico-educativo a beneficio del bambino, tenendo conto delle strategie da adottare.
Una volta accertata la dislessia è opportuna la stesura di un Piano Didattico Personalizzato (PDP) contenente indicazioni sulle strategie e sugli strumenti che la scuola intende impiegare per meglio favorire l’apprendimento dello studente senza modificare i contenuti del programma scolastico, che rimangono gli stessi della classe.
Si tratta, quindi, di un progetto educativo personalizzato, adatto alle potenzialità dell’alunno, rispettoso dei suoi tempi di apprendimento.
In età adulta, la valutazione e l’accertamento (diagnosi) del disturbo sono più difficili da ottenere a causa della mancanza di servizi specializzati e l’esiguità di strumenti appositamente validati per l’accertamento dei disturbi specifici di apprendimento in età adulta.
Il trattamento della dislessia prevede una presa in carico condivisa tra la famiglia, il bambino e gli operatori sanitari coinvolti.
In generale, le cure riabilitative devono essere avviate da operatori specializzati il prima possibile, durante la frequenza della scuola elementare e anche della scuola media.
Per la dislessia vengono raccomandati gli interventi specialistici mirati al miglioramento della velocità e della correttezza della lettura, diretti quindi all’automatizzazione dei processi di conversione tra lingua scritta e lingua orale e le attività finalizzate a favorire la consapevolezza fonologica e l’apprendimento delle regole di conversione fra grafemi (lettere) e fonemi (suoni).
In Italia la normativa (Legge 170/2010) garantisce al bambino con disturbo dell’apprendimento una didattica personalizzata con forme efficaci e flessibili di lavoro scolastico, e di applicare misure didattiche di supporto come gli strumenti compensativi e le misure dispensative, nonché́ forme di verifica e di valutazione adeguate alle necessità formative degli studenti.
Gli strumenti compensativi sono strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta. Le misure dispensative sono invece interventi che consentono all’alunno o allo studente di non svolgere alcune prestazioni che, a causa del disturbo, risultano particolarmente difficoltose e che non migliorano l’apprendimento.
Sono strumenti compensativi, ad esempio:
Sono invece esempi di misure dispensative:
In caso di diagnosi di DSA è importante che sia predisposto un Percorso Didattico Personalizzato (PDP). La realizzazione del PDP implica l’adozione di tutte le misure dispensative e compensative, appropriate all’entità e al profilo della difficoltà, in ogni singolo caso.
Come aiutare il bambino dislessico
I genitori svolgono un ruolo importante per lo sviluppo del bambino. È utile che siano coinvolti nel percorso di cura e che ricevano suggerimenti adatti alla specifica condizione del proprio figlio. Alcuni di questi sono:
I genitori svolgono un ruolo molto importante nel promuovere l’autostima del bambino ed è importante che lo incoraggino e sostengano mentre impara.
Gran parte dei consigli e delle tecniche utilizzate per aiutare i bambini dislessici possono essere utili anche per gli adulti. L’uso della tecnologia, come programmi di videoscrittura e agende elettroniche, può essere molto utile per la scrittura e l’organizzazione delle attività quotidiane.
Anche utilizzare un approccio didattico multisensoriale come, ad esempio, registrare una lezione per poi riascoltarla o per suddividere compiti ed attività in più passaggi, può essere molto utile. Così come la creazione di mappe concettuali o mentali che utilizzino parole chiave e immagini per creare una rappresentazione visiva di un determinato argomento o di un piano.
Redazione NurseTimes
Fonte. ISS
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