Secondo quanto riportato da “La Tribuna di Treviso” nell’articolo di Valentina Calzavara del 13 novembre u.s. sarebbero tanti gli infermieri pendolari sloveni impegnati nelle strutture socio sanitarie della Marca trevigiana.
Ogni sera gli infermieri sloveni attraversano il confine per assistere un paziente nelle ore notturne alla “modica” cifra di 360 euro “a uscita”. Cifra che, moltiplicata per un mese – togliendo però festivi e giornate di riposo – fa un bel gruzzoletto: almeno 8 mila euro, senza l’ombra di una fattura.
Il fenomeno dei pendolari dell’assistenza, dovuto alla drammatica mancanza di infermieri, acuita dall’emergenza sanitaria in corso.
Una situazione che rischia di degenerare con gli infermieri che spinti dalle migliori condizioni salariali e maggiori tutele delle strutture pubbliche, abbandonano le strutture socio sanitarie ed rsa.
La situazione degli infermieri nelle Rsa è conosciuta da tempo: stipendi da fame, diritti molto spesso negati, carico di lavoro eccessivo, carenza di personale, demansionamento, tutte cause che hanno accelerato l’uscita degli infermieri dalle strutture socio sanitarie, costrette ora a rivolgersi all’estero, personale che fiutando l’affare, offrono a caro prezzo assistenza privata.
“Nelle case di riposo della Marca mancano mille infermieri. Stiamo vivendo un dramma”. Diversi professionisti stanno arrivando da Oltreoceano. “Mancano mille infermieri solo nelle case di riposo della Marca, 60 mila a livello nazionale”. Pavan non usa mezzi termini nel fotografare la situazione all’interno delle case di riposo. Lo ha fatto nel corso di un convegno che ha portato a Treviso il mondo delle rsa. L’emergenza riguarda in primis il personale che ormai – quando si trova – arriva da Oltreoceano, dal Brasile all’Argentina. “Gli infermieri non si trovano più nemmeno nell’Est Europa, siamo al collasso”.
Redazione Nurse Times
Fonte: La Tribuna di Treviso – antennatre.medianordest.it
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