In un contesto in cui la dignità e la sicurezza dei professionisti sono messe alla prova quotidianamente, gli infermieri che lavorano nei penitenziari affrontano una serie di sfide uniche e spesso poco riconosciute.
Tuttavia, ciò che non viene sempre compreso è il peso emotivo e le emozioni travolgenti che questi professionisti affrontano ogni giorno. Un infermiere, Antonio (nome di fantasia), in servizio presso il carcere di Parma per conto dell’Azienda Unità Sanitaria Locale (Ausl) di Parma, condivide la sua esperienza in un appello per una maggiore attenzione e tutela.
Il carcere è un ambiente notoriamente difficile, dove il rischio di aggressione è sempre in agguato. Detenuti liberi per le sezioni e i corridoi, combinati con la carenza di organico tra gli agenti di polizia, creano una situazione esplosiva. Antonio stesso ha subito un’aggressione in infermeria in assenza di un agente, mettendo in luce la pericolosità dell’ambiente in cui opera.
Ciò che lascia amareggiati molti infermieri come Antonio è la mancanza di supporto da parte dell’azienda. Il personale si trova spesso a dover affrontare detenuti arroganti e ingrati, mettendo a repentaglio la propria sicurezza senza una giusta tutela. Il numero di detenuti in carceri italiane continua a crescere, ma l’organico rimane immutato, se non addirittura ridotto. Una situazione che spinge molti infermieri verso il rischio di burnout
per una compensazione economica non all’altezza delle sfide affrontate.Antonio ci aiuta ad entrare in un microcosmo a noi poco conosciuto e attenzionato.
L’infermiere chiede espressamente che le aziende comprendano l’importanza della tutela del personale e siano sensibili alle esigenze degli infermieri impegnati in ambienti così complessi. Richiede una giusta indennità per la pericolosità del lavoro e il riconoscimento del carico emotivo che devono sopportare quotidianamente. Inoltre, sottolinea l’importanza dello smaltimento dei giorni di congedo per lo stress, una misura fondamentale per garantire il benessere fisico e mentale di coloro che si dedicano a questa professione delicata e impegnativa.
Gli infermieri che lavorano in carcere meritano tutela, riconoscimento e rispetto. Sono in prima linea nell’assistenza a persone bisognose, in un ambiente estremamente delicato e a rischio. È fondamentale che le istituzioni e le aziende comprendano l’importanza di proteggere e sostenere questi professionisti che si dedicano con passione e dedizione al loro lavoro. Solo attraverso una maggiore attenzione e riconoscimento si potrà garantire un ambiente più sicuro e sostenibile per gli infermieri in carcere, promuovendo un’elevata qualità dell’assistenza e preservando la loro dignità professionale.
Redazione NurseTimes
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