Medici

Infermiere di comunità a Ferrara, Nursind replica a Fimmg: “Nessuna ingerenza. Esigiamo rispetto”

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa di Nursind Emilia Romagna sulle polemiche attorno alla figura dell’infermiere di comunità, introdotta dall’Ausl Ferrara.

“Il servizio degli infermieri di famiglia e di continuità è una risorsa preziosa per il sistema sanitario nazionale, regionale e ferrarese. È un servizio volto a garantire assistenza qualificata e personalizzata ai pazienti con bisogni complessi e cronici, basandosi sulla collaborazione e l’integrazione fra i diversi professionisti sanitari, fra i quali i medici di base, che sono i primi interlocutori dei pazienti e che hanno un ruolo fondamentale nelle rete delle cure primarie”. Antonella Rodigliano, coordinatrice di Nursind Emilia Romagna, replica così alle critiche mosse dai medici di medicina generale del sindacato Fimmg alla figura dell’infermiere di comunità (Ifec) introdotta all’Ausl Ferrara.

“Allo stesso modo – prosegue – è centrale anche la figura degli infermieri, che si tratti di sanità ospedaliera o territoriale. Non c’è alcuna ingerenza, né tentativi di sottrarre competenze ad altre figure, ma si tratta solo di due professionalità differenti che però devono trovare la giusta sinergia per lavorare insieme, soprattutto in un momento in cui la medicina territoriale sta vivendo un importante momento di riorganizzazione, che necessità di mantenere al centro chi ogni giorno è al fianco dei cittadini e dei pazienti per rispondere alle loro esigenze”.

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Le critiche della Fimmg fanno riferimento a “ingerenze indebite e spesso turbative del rapporto di fiducia tra medico di medicina generale e paziente, perpetrate da alcuni infermieri di comunità dell’azienda Usl, finanche al limite del reato di esercizio abusivo della professione medica”. Così si legge in una lettera del sindacato dei medici di base.

“Questo modello di medicina delle cure primarie – spiega Rodigliano – è in linea con le indicazioni della legge sulla riorganizzazione del territorio (DM 77 /2022), che mira a promuovere la presa in carico integrata e di qualità dei pazienti, oltre che a ridurre le diseguaglianze e a valorizzare il ruolo dei professionisti sanitari”.

Commenta Raffaele Ferioli, segretario territoriale di Nursind Ferrara: “Dove questo percorso è avviato, come nel contesto ferrarese, i risultati sono positivi e apprezzati dai cittadini”.

“Siamo sorpresi e delusi – riprende Rodigliano – dal tono aggressivo e denigratorio della lettera inviata dalla suddetta associazione di medici di base, in cui si accusano alcuni infermieri di comunità in maniera infondata e ingiusta, rischiando di danneggiare il clima di cooperazione e rispetto che caratterizza il lavoro degli infermieri di comunità”.

E ancora: “Chiediamo di fare un passo indietro e correggere le affermazioni rivolte ingiustamente agli infermieri di comunità. Infermieri che svolgono il loro lavoro con competenza, dedizione e professionalità, nel pieno rispetto delle competenze e delle responsabilità dei medici di base. Chiediamo inoltre a questi ultimi di riconoscere il valore aggiunto del servizio degli infermieri di comunità e di collaborare con loro per garantire ai pazienti una presa in carico integrata e di qualità”.

Sempre Rodigliano: “Il servizio Ifec è una buona pratica da difendere e da valorizzare, per il bene dei pazienti e del sistema sanitario ferrarese e non solo. Siamo consapevoli delle difficoltà che il nostro sistema pubblico e universale sta affrontando, a causa dei tagli e della carenza di personale, ed è per questo che chiediamo alle istituzioni competenti di sostenere una vera riforma della medicina di prossimità, di investire nelle risorse umane e materiali necessarie per garantire i servizi essenziali per le persone e di valorizzare il lavoro multiprofessionale in team”.

Conclude Rodigliano: “Non vogliamo fare i medici, ma esigiamo rispetto e riteniamo che ognuno debba collaborare nel rispetto delle proprie competenze, cercando di superare posizioni preconcette. Oggi l’infermiere ha una professionalità maggiore rispetto al passato, grazie ad un percorso universitario e una formazione accresciuta. Eppure non ha purtroppo una retribuzione adeguata. Chiediamo alle istituzioni di sostenere gli infermieri di famiglia e di comunità, che rappresentano una risorsa preziosa per il sistema sanitario pubblico, e un impegno serio a rivedere retribuzioni ormai non al passo con i tempi e non proporzionali al carico lavorativo”.

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