La Corte di Cassazione si è pronunciata ieri, giovedì 4 maggio, sul caso dell’infermiera Fausta Bonino, accusata di aver provocato, tra il 2014 e il 2015, dieci decessi all’ospedale Villamarina di Piombino tramite iniezioni con sovradosaggi di eparina.
Confermato solo in parte il giudizio di secondo grado. L’assoluzione dell’infermiera è stata infatti ribadita per sei di quei decessi, mentre per gli altri quattro dovrà celebrarsi un processo di appello bis a Firenze.
Una vicenda giudiziaria travagliata, quella di Fausta Bonino. In primo grado, il 19 aprile del 2019, fu condannata all’ergastolo, sebbene riconosciuta colpevole solo per quattro delle dieci morti sospette, perché in quei casi sarebbe stata accertata la sua presenza in reparto.
Fu poi iscritta nel registro degli indagati nel dicembre del 2015, e arrestata il 30 marzo del 2016, perché sospettata di aver ucciso una serie di pazienti durante la loro degenza nel reparto di Anestesia e rianimazione.
Nel dicembre del 2017 fu depositata la relazione degli esperti, che certificò come dieci delle morti sospette verificatesi nell’ospedale di Piombino nel periodo preso in esame fossero compatibili con la somministrazione di eparina.
Dopo la sentenza di assoluzione emanata dalla Corte d’Appello di Firenze, è infine arrivata la pronuncia della Corte di Cassazione. E non è ancora detta l’ultima parola.
Redazione Nurse Times
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