Un tumore di dimensioni imponenti (97 Kg!) è stato asportato dall’ovaio destro di una donna indiana 45enne, che conviveva con l’ingombrante ‘ospite’ da 5 anni.

Una massa impressionante, dal peso di due cuccioli di ippopotamo messi insieme, è stata rimossa dall’addome di una donna indiana di 45 anni. Il tumore ovarico, che aveva raggiunto l’aberrante peso di circa 97 Kg crescendo indisturbato in un periodo di 5 anni, aveva di fatto deformato in modo importante il corpo della paziente. Ma come è possibile portare in grembo una tale mostruosità senza ricorrere a pareri e cure mediche? Beh, in un paese povero come l’India purtroppo capita… così almeno racconta Devi Kamlesh (di Meerut nell’Uttar Pradesh), la vedova indiana portatrice dell’ingombrante ospite indesiderato. Devi afferma infatti di aver lottato con il tumore per così tanto tempo in quanto suo marito si definiva troppo povero per poterle pagare una visita medica. La donna ha così rispettato la volontà dell’uomo, nonostante i dolori causati dall’enorme neoplasia fossero da tempo insopportabili. Dopo il decesso del coniuge, però, avvenuto sei mesi fa, la svolta: la donna si è fatta visitare presso il Lokpriya Hospital di Meerut dal dottor A.S. Jaggi

, che ha accettato di operarla senza compenso all’interno di un progetto per l’accesso alle cure mediche delle fasce più fragili della popolazione.

L’intervento, complesso a causa degli importanti rischi di emorragia, ha avuto una durata di circa 3 ore ed ha rimosso con successo l’incredibile massa dall’ovaio destro della paziente. Durante l’operazione è stata necessaria l’infusione di 3 sacche di sangue, ma la signora sta man mano recuperando.

Il dottor Jaggi ha così commentato: “soffriva molto quando è arrivata in ospedale, e il tumore l’avrebbe uccisa se avesse tardato ancora”.

Come riferito dal ‘Daily Mail’, alla vista della massa i medici sono rimasti scioccati: si trattava di qualcosa di imponente, grande come un cucciolo di elefante o come circa 28 neonati di peso medio. 97 Kg di stupore, che sono stati poi inviati in laboratorio per essere analizzati.

Alessio Biondino

Fonte: AdnKronos

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