Immunoterapia: nuova frontiera contro i tumori

“Combattiamo il cancro utilizzando farmaci che rappresentano una rivoluzione epocale per l’oncologia”. Giammarco Surico, direttore del reparto di Oncologia del Fazzi, ci delucida così sui successi che si annoverano nella lotta al cancro, a partire dal melanoma che prima condannava a morte certa.

Il problema cancro ripreso in un articolo riportato dal Nuovo Quotidiano di Puglia (Lecce) datato 26 aprile 2016, in tutte le sue sfaccettature indicando quelle che, dal suo punto di vista sono le alternative migliori da mettere in campo dal punto di vista clinico ed organizzativo, senza tralasciare che il costo dei farmaci innovativi sarà il tema che terrà banco in futuro e non solo a Lecce.

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Direttore Surico, perché l’immunoterapia deve aprire i cuori alla speranza?

“Abbiamo verificato che c’è una risposta soggettiva al tumore e quali sono le ragioni che bloccano il sistema immunitario. Siamo in possesso di dati abbastanza credibili e confermati per i tumori del polmone, del rene, dell’urotelio e del melanoma per i quali utilizziamo abitualmente l’immunoterapia.

Fino ad oggi non si capivano i meccanismi per cui il sistema immunitario, nel corso di una neoplasia, era bloccato.

Adesso il quadro si fa più chiaro ed abbiamo verificato come l’immunoterapia vada ad attivare il sistema immunitario. Basti pensare che nel melanoma – tumore immunogenetico – il sistema immunitario gioca un ruolo preponderante e fino a qualche anno fa i soggetti con melanoma metastatico non avevano alternativa di cura e la morte era quasi certa.

Oggi, con l’immunoterapia, il 50% di questi pazienti sopravvive oltre i 40 mesi”.

Si tratta di farmaci molto costosi: la spesa potrà essere sostenuta anche in futuro?     

“Il miglioramento del dato sulla sopravvivenza è probabilmente legato a queste nuove cure. Sono i farmaci che incidono sulla spesa farmaceutica e questo sarà un problema nel prossimo futuro per la sostenibilità dei costi.

Sinora non abbiamo avuto problemi visto che siamo collegati con studi internazionali e protocolli nazionali ed internazionali per cui le case farmaceutiche forniscono gratuitamente i farmaci, per ogni paziente sottoposto a cura, con un grant (borsa di studio) per la Asl di Lecce che viene utilizzato per i nostri cinque data manager che si occupano di tutti gli studi che abbiamo in corso.

Il problema della sostenibilità della spesa si porrà quando, prima o poi, dovremo pagare i farmaci, e riguarderà non solo la Puglia, ma l’intero territorio nazionale e l’Europa: si dovrà aprire una riflessione.

Sarà necessario garantire a tutti, come già facciamo ora nell’ambito di studi e protocolli, cure che domani dovremo pagare perché i risultati positivi sono sotto gli occhi di tutti.

Sono farmaci che, tra le altre, hanno una bassissima tossicità, ed una migliore risposta del soggetto alla cura”.

Nonostante tutto i pazienti continuano ad andare fuori Regione o nel migliore dei casi fuori provincia per farsi curare. Quali sono le ragioni?

“La mobilità passiva non è solo un fenomeno culturale è legata, molte volte alla cattiva accoglienza del paziente e al fatto che siamo abituati a parlare male l’uno dell’altro.

Bisogna potenziare tutto ciò che di buono c’è sul territorio evitando sprechi e strutture sanitarie che non sono adeguate, per affrontare la sfida dei prossimi anni.

Significa che dobbiamo potenziare gli ospedali di secondo livello dargli tutto ciò che è possibile e creare le reti regionali sui percorsi oncologici istituite nel 2006 e mai attivate.

Questo permette di migliorare la qualità dei servizi, non solo a Lecce, ma su tutto il territorio regionale che ha un’oncologia di ottimo livello e produce importanti risultati scientifici”.                         

Scupola Giovanni Maria

Giovanni Maria Scupola

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Giovanni Maria Scupola

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