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Il pensiero di un infermiere rivolto alle istituzioni: “Molti di noi abbandoneranno la professione. Ecco perché”

Riceviamo e pubblichiamo il contributo di un infermiere sul tema del probabile addandono della professione di molti colleghi.

Se un giorno i nostri politici non troveranno più infermieri nel Ssn, sasà solamente colpa loro. Mi rivolgo a tutti coloro che ricoprono ruoli centrali della politica nazionae, regionale e comunale. Sta arrivando quel giorno in cui gli infermieri non saranno più disposti a esercitare la propria professione tramite il Ssn o, addirittura, molti professionisti abbandoneranno la professione.

Proviamo ad analizzare il perché.

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– L’infermiere è un professionista intellettuale, ma il Ssn lo assume per colmare la carenza del personale di supporto, creando una serie di offese alla professione, con relativo demansionamento

– L’infermiere, dopo la laure atriennale, accede a laurea magistrale, master di primo livello e secondo livello, alcuni colleghi al dottorato di ricerca, ma anche in questo caso ti ritrovi in corsia costretto al demansionamento, perché oltre a esercitare la professione intellettuale devi sopperire a quel personale di supporto che ritiene di essere un tuo collega, e quindi devi aiutarlo nelle attività domestiche alberghiere.

– L’infermiere, nonostante sia il professionista in possesso di una laurea abilitante, percepisce lo stesso stipendio di un qualsiasi operatore con licenza media inferiore.

– L’infermiere, dipendente del Ssn, non può esercitare la professione al di fuori dell’orario di servizio, ma allo stesso tempo non viene pagato il vincolo di esclusività, come avviene per la dirigenza.

– L’infermiere riveste un ruolo centrale nell’assistenza, ma secondo il Ccnl viene classificato al pari di un centralinista, un oss, una segretaria o un portantino.

– L’infermiere non ha un proprio contratto da dirigente, ma il biologo o lo psicologo vengono assunti come dirigenti.

– L’infermiere, dopo 10-15 anni di servizio, percepisce al pari di un collega neo-laureato, perché il Ccnl non stabilisce l’obbligo delle aziende di un avanzamento di carriera, come ad esempio avviene nel Ccnl della dirigenza medica.

– L’infermiere dipendente del Ssn percepisce un’indennità di turno festivo pari a 2,55 euro l’ora, uguale al centralinista o al personale di supporto, contro i 150 euro per turno della dirigenza medica e non medica.

– L’infermiere del Ssn percepisce un’indennità di reperibilita pari a 1,80 euro l’ora, meno di un caffè.

– Secondo il Ssn, le retribuzioni del personale per prestazioni aggiuntive o abbattimento delle liste d’attesa sono le seguenti: 100 euro l’ora per il dirigente medico; 30 euro l’ora per l’infermiere: 27 euro l’ora per gli amministrativi; 23 euro l’ora per l’oss. Come si può pensare che il Ssn faccia l’abbattimento delle lista d’attesa sulla pelle degli infermieri?

– La professione infermieristica ha perso oltre 1.000 euro mensili di aumenti contrattuali negli ultimi 30 anni, poiché i soldi stanziati per gli infermieri sono stati distribuiti in maniera equa a tutti coloro che fanno parte del comparto sanità.

– I giovani non scelgono più questa professione a causa di: una retribuzione che coincide con la soglia di povertà; zero possibilità di crescita professionale ed economica: essere considerati al pari di un oss e, di conseguenza, sopperire alla carenza degli stessi; poca valorizzazione a livello mediatico e culturale (ci classificano ancora oggi come gli aiutanti del dottore, senza sapere che l’infermiere è un dottore).

Redazione Nurse Times

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