Sono numerose le tesi di laurea che arricchiscono il nostro progetto editoriale denominato NeXT che permette ai neolaureati nelle professionisti sanitarie di poter pubblicare la propria tesi di laurea sul nostro portale (redazione@nursetimes.org).
Riceviamo la tesi del dott. Mirko Trulli, dissertata presso l’Università Tor Vergata di Roma.
Gentile direttore di Nurse Times,
sono il dott. Mirko Trulli, laureato presso l’Università di Roma Tor Vergata, sede Poligest SPA – Villa delle Querce.
Vorrei proporre ai suoi lettori il mio lavoro di tesi “Infermieri ai tempi del COVID-19: analisi lavoro stress correlato” con relatrice Prof.ssa Emanuela Soldano e relatore Dott. Guido Lanzara. L’indagine svolta ha lo scopo di valutare lo stress lavoro-correlato (SLC) tra gli infermieri in epoca COVID-19 ed è stata condotta nei vari setting assistenziali di una struttura sanitaria convenzionata con la ASL RM6. Sono stati analizzati i setting di degenza per acuti, riabilitativi e residenziali ed i risultati sono stati comparati con la valutazione svolta dalla stessa azienda sanitaria nel 2016, cioè in era pre-COVID.
ABSTRACT
L’indagine svolta ha lo scopo di valutare lo stress lavoro-correlato (SLC) tra gli infermieri in epoca COVID-19 ed è stata condotta nei vari setting assistenziali di una struttura sanitaria convenzionata con la ASL RM6.
Sono stati analizzati i setting di degenza per acuti, riabilitativi e residenziali ed i risultati sono stati comparati con la valutazione svolta dalla stessa azienda sanitaria nel 2016, cioè in era pre-COVID.
Lo studio iniziato ad agosto 2020 e concluso a novembre 2020 ha utilizzato il Questionario strumento indicatore INAIL, scientificamente validato e attendibile.
Dai risultati è emersa la presenza di SLC con valore medio, ottenendo valori più gravi per i setting residenziali. L’elaborato ha dunque evidenziato come il nuovo coronavirus possa essere considerato un nuovo e potenziale stressor per gli infermieri.
L’analisi comparativa con i dati del 2016 ha portato a risultati in controcorrente con gli obiettivi iniziali, riportando valori di stress peggiori per il periodo pre COVID-19.
La maggior sensibilizzazione riguardo la fenomenologia dello SLC tra infermieri e gli interventi effettuati dall’azienda si sono rilevati utili a diminuire i valori di stress in epoca pandemica.
PAROLE-CHIAVE
Stress lavoro-correlato, COVID-19, Valutazione dello stress, Infermieri.
INTRODUZIONE E OBIETTIVI
La pandemia ha portato all’adozione di nuovi comportamenti e abitudini sociali che hanno avuto un grande impatto sul piano psicologico, soprattutto per i professionisti sanitari, i quali hanno vissuto in prima persona il propagarsi del virus all’interno di reparti e corsie (1).
Al di là di ogni potenziale rischio presente negli ambienti lavorativi, gli operatori sanitari sono identificabili come la categoria maggiormente esposta al nuovo coronavirus e di conseguenza ad un crescente sovraccarico emotivo ed operativo (2).
La situazione di emergenza ha esposto il personale sanitario a nuovi e potenziali fattori di rischio per lo SLC quali: esposizione al nuovo coronavirus; paura di essere contagiati; paura di contagiare familiari e parenti; contatto con la morte; stigma sociale dovuto all’esposizione della malattia.
Inoltre la pandemia ha portato a sconvolgimenti lavorativi importanti come: prolungamento dell’orario lavorativo; crescente richiesta di reperibilità; attivazione di procedure straordinarie; carenza di D.P.I; aumento della fatica fisica e mentale.
La presenza di stress può condizionare negativamente la qualità assistenziale erogata, influenzando costi ed efficacia degli interventi infermieristici (3). Tutto ciò si traduce in calo della performance, aumento dell’assenteismo, diminuzione della qualità del servizio offerta ed insoddisfazione lavorativa. Effettuare la valutazione dello stress ed agire sugli stressors a cui è sottoposto il personale infermieristico può perciò rappresentare un metodo efficace per prevenire tale problematica.
L’obiettivo dello studio è dimostrare la presenza di stress tra gli infermieri dei setting assistenziali in epoca COVID-19 e, grazie all’analisi comparativa con i dati ottenuti dalla stessa azienda sanitaria in epoca pre-COVID, valutare la presenza di valori di stress maggiori rispetto al periodo precedente alla pandemia.
STRUMENTI E METODI
Lo studio ha utilizzato la metodologia e il Questionario strumento indicatore INAIL (4), contestualizzato in ambito infermieristico. Esso è stato scelto per la sua facilità di utilizzo e comprensione, rispetto della privacy, validità scientifica.
Il questionario è formato da 35 items, divisi in 7 aree:
Le aree sono state valutate con una scala di frequenza (costituita dagli indicatori “Mai”, “Raramente”, “Qualche volta”, “Spesso”, “Sempre”) e una scala di accordo tipo Likert (“Fortemente in disaccordo”, “Disaccordo”, “Né d’accordo né disaccordo”, “D’accordo”, “Fortemente in accordo”) che vanno da 1 a 5.
Il questionario permette di identificare i rischi di SLC in:
Nella fase iniziale è stata formata l’équipe responsabile della valutazione SLC all’interno della struttura. E’ seguita la divisione degli infermieri per gruppi. I questionari sono stati somministrati da una terza persona, responsabile della valutazione SLC all’interno dell’azienda, ed elaborati grazie alla piattaforma online INAIL.
RISULTATI E DISCUSSIONE
Il numero totale di questionari somministrati è stato di 389, mentre i questionari completati e successivamente processati sono stati 297 (con un tasso di risposta del 76 %), di cui 248 appartenenti ai setting di degenza, riabilitativi e residenziali. Dall’analisi delle aree indagate è emerso che:
Dall’analisi comparativa con la valutazione SLC del 2016 sono emersi i seguenti dati (Figura 4):
Figura 4: Analisi comparativa della valutazione SLC del 2016 e del 2020
CONCLUSIONI
In tutti i setting è stato ottenuto un rischio SLC medio che richiede l’attivazione di interventi correttivi, dimostrando come il COVID-19 debba essere considerato un nuovo e potenziale fattore di stress per l’infermiere e gli operatori sanitari.
Dai dati emersi è stato dimostrato come la presenza del nuovo coronavirus abbia stravolto gli ambienti ospedalieri, le tempistiche di reparto, le relazioni tra i colleghi e la vita della maggior parte dei professionisti sanitari.
Inoltre si afferma che il supporto tra colleghi, il supporto della struttura lavorativa, il sostegno emotivo e la diffusione di informazioni al personale infermieristico-sanitario possono complessivamente ridurre il rischio di stress lavoro-correlato, come dimostrato dal setting di degenza.
Dall’analisi comparativa con i dati del 2016 sono emersi dei risultati in controcorrente con quanto era stato ipotizzato inizialmente, dimostrando un miglioramento nei setting per acuti e riabilitativo e un peggioramento nel setting residenziale. I risultati ottenuti sono probabilmente influenzati dagli interventi correttivi adottati dall’azienda sanitaria dopo la valutazione dello SLC nel 2016.
E’ inoltre evidente il fatto che ci sia stata una maggiore sensibilizzazione riguardo la fenomenologia dello stress tra infermieri ed operatori sanitari rispetto alla precedente valutazione.
Le principali criticità dello studio sono: mancata valutazione dei fattori economico-sociali; mancata presenza di una valutazione soggettiva del personale infermieristico; mancata randomizzazione del fenomeno analizzato ad altre strutture/reparti.
Perciò da queste criticità si potrebbero ricavare le basi per lo sviluppo di possibili progetti futuri quali:
Mirko Trulli
Allegato
Tesi “Infermieri ai tempi del covid-19: analisi lavoro stress correlato”
BIBLIOGRAFIA
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