Il Bambino e la terapia antalgica non farmacologica

IL BAMBINO E LA TERAPIA ANTALGICA NON FARMACOLOGICA

 La grande maggioranza del dolore nel bambino ospedalizzato è provocata dalle manovre compiute dagli infermieri ed è quindi fondamentale che gli infermieri dedichino parte del loro impegno a mettere in pratica le conoscenze disponibili sulle metodiche per ridurre il dolore e la sofferenza per il bambino salvaguardando la dignità umana e la qualità di vita del piccolo paziente.

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Le terapie non farmacologiche si intendono non sostitutive, ma parte integrante della terapia antalgica nei bambini ricoverati in pediatria, terapia intensiva ed oncoematologia; sono tecniche psicologiche che nascono nell’ambito della teoria cognitivo-comportamentale che in alcuni casi attiveranno i sistemi sensoriali che bloccano i segnali del dolore, in altri faranno scattare sistemi interni inbitori del dolore.

 Esistono diverse TNF da utilizzare a seconda dell’età del bambino; tra le tante a disposizione, le più efficaci ed applicabili in ogni realtà clinica sono descritte di seguito:

RESPIRAZIONE (utile per il dolore da procedura e per il dolore cronico 2 -13 anni): le sensazioni dolorose sono spesso accompagnate da ansia e tensione che possono incrementare l’intensità del dolore percepito, soprattutto se il bambino trattiene il fiato; per questo l’utilità della tecnica consiste nell’invitare ad un respiro profondo, gonfiando i polmoni, sentendo l’aria che entra ed esce e portando a una respirazione sempre più lenta e profonda.

Questa tecnica cattura l’attenzione del bambino, riduce la tensione muscolare, rilassa il diaframma e aumenta l’ossigenazione del corpo.  Ai bambini più piccoli può essere insegnato a respirare profondamente soffiando bolle di sapone oppure possono essere incoraggiati a “buttar fuori” la paura e il dolore attraverso una “nuvola rossa”. Questa tecnica consiste nell’invitare il bambino a immaginare di concentrare tutto il dolore in una nuvola rossa che viene poi soffiata fuori dal corpo con tutta l’energia possibile e, una volta fatta uscire, può immaginare che la nuvola di dolore si trasformi in qualcosa di diverso e che il dolore possa essere allontanato soffiando.

Le bolle di sapone costituiscono un connubio perfetto tra la distrazione ed il rilassamento, soprattutto per i bambini in età prescolare. L’aspetto di distrazione si riferisce alla formazione delle bolle da cui il bambino può rimanere affascinato, mentre l’aspetto di rilassamento consiste nell’espirazione necessaria a produrle e soffiarle.

MUSICA (0-13 anni) : In alcune realtà ospedaliere anche la musicoterapia ha apportato benefici rilevanti ai piccoli pazienti, inducendo un maggior grado di rilassamento nei neonati, infatti, permette una diminuzione dello stress, una percezione ridotta del dolore ed una migliore risposta ai trattamenti e alle procedure dolorose. Il suono (strumenti e voce) ha effetti benefici, è in grado di risvegliare sensazioni primordiali che riportano indietro nel tempo a situazioni di benessere, legate al rapporto intrauterino.

RILASSAMENTO (4-11 anni): tecnica che consiste nell’invitare  i bambini a rilasciare la muscolatura così da avere il corpo morbido e rilassato come un “budino” partendo dal collo, passando alle spalle, alla pancia fino alle braccia e alle gambe.

VISUALIZZAZIONE (4-13 anni): tecnica cognitivo-comportamentale complessa, a carattere ipnotico, che consiste nell’utilizzo dell’immaginazione in modo che il bambino si concentri sull’immagine mentale di un’esperienza piacevole anziché sul dolore.

Il bambino viene fatto prima rilassare, poi è guidato a immaginare una situazione e/o un luogo preferito in cui vorrebbe trovarsi o in cui è già stato. Nei bambini più piccoli è utile fare immaginare di essere come il proprio personaggio o eroe preferito, che vince tutte le avversità, la malattia e il dolore.

Nei bambini più grandi si può insegnare a immaginare di essere in un bel posto della natura, il proprio posto preferito e divertirsi con gli amici.

DESENSIBILIZZAZIONE (4-13 anni): una tecnica in cui il bambino, attraverso la concentrazione mentale, riesce ad abbassare la sensibilità di una precisa zona corporea (per esempio la mano per l’incannulamento o la schiena per la puntura lombare). Esempi di desensibilizzazione sono la tecnica del “guanto magico” e quella “dell’interruttore”.

Nel guanto magico (4-6 anni) si simula di calzare un guanto invisibile, massaggiando dolcemente la mano in cui verrà posizionato l’ago in modo da desensibilizzarla dal dolore.

La tecnica dell’interruttore (6-13 anni) consiste nel focalizzare l’attenzione del bambino sul proprio corpo e, in particolare, sugli “interruttori” che controllano l’invio dei messaggi di dolore. Dopo che il bambino ha raggiunto un buon livello di concentrazione, tramite il rilassamento, viene invitato a visualizzare nella sua mente un interruttore in grado di diminuire la sensibilità al dolore nella zona cutanea dove dovrà essere fatta la procedura; gli viene, infine, spiegato che questo interruttore può essere abbassato lentamente (da 5, a 4, a 3 e così via fino a 0) in modo da rendere meno sensibile quella specifica zona del corpo. Dopo la procedura è fondamentale guidare il bambino a rialzare l’interruttore.

DISTRAZIONE e COINVOLGIMENTO (2-11 anni): una tecnica che sfrutta l’utilizzo di libri tridimensionali, video, giochi (anche personali, portati da casa); durante la procedura dolorosa, il bambino verrà impegnato mentalmente in attività a lui gradite. Il coinvolgimento consiste nel rendere partecipe il paziente durante la procedura dolorosa o paurosa, per esempio anche le più semplici come la rimozione del cerotto.

È doveroso da parte degli infermieri che si occupano dell’assistenza di queste meravigliose creature conoscere ed applicare queste tecniche scientifiche che fanno si che l’esperienza dell’ospedalizzazione e delle varie procedure diagnostico-terapeutiche risulti meno traumatica.

“Tre cose ci sono rimaste del paradiso: le stelle, i fiori e i BAMBINI”

(Dante Alighieri).

Michela Crudele

Redazione Nurse Times

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