Con l’arrivo del caldo intenso non soltanto la pelle, ma anche gli occhi si possono “scottare” a causa del sole, con rischi spesso ignorati o sottovalutati. L’eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti senza un’adeguata protezione può causare severe alterazioni sia della superficie oculare che della retina. Tra i comportamenti a rischio, gli esperti della Società Italiana di Scienze Oftalmologiche S.I.S.O., riuniti a Roma per il 2° Congresso Nazionale, puntano il dito contro la selfie-mania che con l’osservazione diretta del sole può arrecare danni, anche irreparabili, alla retina e, in particolare, alla macula come quando si osserva un’eclissi solare senza specifica protezione.
Lo schermo infatti, riflette come uno specchio il sole che colpisce in particolare la parte centrale della retina, producendo un effetto degenerativo. Dagli specialisti S.I.S.O. i consigli per prevenire le scottature oculari da sole e per intervenire ai primi segnali con un vademecum salva estate.
Roma, giovedì 18 maggio 2023 – Ogni giorno nel mondo vengono scattati 93milioni di selfie ma fissare direttamente il sole, anche per pochi secondi in spiaggia o in montagna alla ricerca dell’inquadratura perfetta acchiappa like, può creare un danno fototermico alla retina, anche in modo irreparabile, come quando si osserva un’eclissi solare senza che le radiazioni luminose siano adeguatamente schermate da specifici occhiali.
Un danno alla retina può essere causato anche dall’uso prolungato di smartphone e tablet. Infatti, lo schermo esposto al sole fa da superficie riflettente come uno specchio ed i raggi dannosi, convergendo sulla macula, la parte più nobile della retina, producono un effetto degenerativo.
“Sono chiari esempi di maculopatia solare –spiega Scipione Rossi, direttore UOC Ospedale Oftalmologia San Carlo di Nancy di Roma e segretario tesoriere S.I.S.O. – Una condizione determinata dall’assorbimento da parte della retina e dell’epitelio pigmentato di una elevata energia radiante che causa inizialmente una sensazione di abbagliamento. Nei casi più gravi le cellule nervose in pochi giorni possono formare una macchia nera al centro dell’occhio (scotoma). La lesione può essere permanente e causare una riduzione della visione centrale irreversibile perché una volta morte, ovviamente, le cellule non si riproducono. Per questo è opportuno –raccomanda Rossi – evitare selfie sotto il sole senza specifiche protezioni perché gli occhiali da sole non sono sufficienti a filtrare in modo adeguato le radiazioni luminose. Va anche limitato l’uso prolungato di tablet e smartphone senza indossare occhiali da sole”.
In generale anche l’eccessiva esposizione al sole, camminando o stando fermi in spiaggia o in montagna, può comportare rischi per la vista. L’acqua riflette dal 10 al 20% dei raggi UV ma anche in montagna, dove i raggi ultravioletti sono spesso più intensi che in pianura, gli escursionisti, che non indossano occhiali sa sole con filtri adeguati, possono riportare gravi alterazioni della superficie oculare.
“I raggi UV possono danneggiare gli occhi proprio come le scottature solari danneggiano la pelle con rischi spesso ignorati o sottovalutati. Le lesioni oculari da raggi UV, possono essere temporanee o permanenti
– dichiara Stanislao Rizzo, direttore Clinica Oculistica Università Cattolica Sacro Cuore di Roma e membro del Consiglio direttivo S.I.S.O. – Le lesioni oculari da raggi UV indicano un danno da luce della superficie oculare dovuta all’esposizione eccessiva e non protetta ai raggi ultravioletti, che possono essere amplificate dal riflesso di acqua e altitudine e possono provocare congiuntivite, un’infiammazione della congiuntiva da disidratazione e fotocheratite, una lesione della cornea che si manifesta con estrema sensibilità alla luce e dolore” sottolinea l’esperto.Ecco perché è importante chiarire i sintomi tipici che si manifestano di solito dalle 3 alle 12 ore dopo l’esposizione solare: occhi doloranti e pruriginosi, lacrimosi, arrossati e una vista appannata e non nitida.
“Nella maggior parte dei casi – osserva Rizzo – guariscono dopo due o tre giorni, perché gli strati superficiali della cornea hanno la capacità di rigenerarsi in poco tempo. Ma per determinare l’entità del danno, è necessario farsi visitare da un oculista che potrà prescrivere antinfiammatori in collirio, antibiotici per evitare una sovrainfezione e gel contenente vitamina D. Tuttavia – prosegue – la continua sollecitazione data dai raggi solari può provocare fenomeni di secchezza oculare cronica che comporta arrossamento e assottigliamento del filtro lacrimale, ma può addirittura aumentare il rischio di degenerazione maculare e anche accelerare malattie come la cataratta”.
Redazione NurseTimes
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