Massimo Randolfi

Gli adolescenti possono eseguire il test HIV solo con il consenso dei genitori: la legge deve assolutamente cambiare

In seguito al grave problema riguardante l’assenza di programmi rivolti agli adolescenti sull’educazione sessuale esposto in un precedente articolo dal dr. Luigi Iannaccone, la redazione di Nurse Times ha deciso di approfondire ulteriormente l’argomento condividendo un ulteriore pensiero del collega.

Oggi affronteremo quanto specificato dalla legge 135 del 1990, che ha segnato una svolta nella prevenzione e nella lotta all’AIDS in Italia, stabilendo i criteri normativi in materia di accesso al test diagnostico, di assistenza delle persone affette da AIDS e di tutela e diritti degli individui positivi all’HIV.

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La settimana scorsa ho scritto un post in cui raccontavo la storia di un ragazzo 18enne che venuto in ospedale per un malessere generale ha scoperto di aver contratto l’HIV.

Mi soffermai anche sulla scarsa informazione della trasmissione del virus nei giovani e del tabù sull’argomento sesso nelle scuole.

Stamattina ho ricevuto un messaggio da una persona (che per privacy resterà anonima) in cui mi ha spalancato le porte su un sfumatura dell’argomento HIV di cui, lo confesso, ero ignaro.

Mi scrive «Caro Luigi, sai che i minori non possono effettuare il test per l’HIV senza il consenso dei genitori o dei tutori legali»

Resto basito. Ho scritto subito a un mio collega medico, specializzando in malattie infettive, chiedendo conferma sulla veridicità dell’informazione ricevuta. Ebbene si.

La legge italiana NON permette al minore di effettuare il test senza il consenso di genitori e dei tutori legali.

Adesso io mi chiedo se la legge italiana ci sia o ci faccia. Se facessi un sondaggio potrei ricavare come risultato che almeno 9 ragazze/i su 10 fanno sesso prima della maggiore età.

E sempre 9 ragazze/i su 10 non sanno nemmeno come si trasmetta l’HIV e ne tantomeno cosa sia se non per sentito dire.

Ok che in Italia per qualunque prassi medica riguardante individui al di sotto dei 18 anni, il consenso informato è girato ai genitori, ma credo che in alcuni casi bisognerebbe fare delle eccezioni.

Molti/e adolescenti hanno rapporti con persone maggiorenni, è inutile negarlo, quindi perché la legge vieta di poter effettuare il test anche se si ha il dubbio di aver contratto il virus a seguito di un rapporto non protetto?

La diagnosi precoce offre importanti vantaggi: innanzitutto la possibilità per le persone con HIV di ricevere adeguate cure e sostegno; inoltre, la tempestiva consapevolezza di avere l’HIV, offre alle persone la possibilità di prevenire il rischio di trasmettere il virus ad altri (cosa mica da poco).

Mi sembra davvero assurdo che nel caso un minore voglia sottoporsi al test HIV (ma con il parere contrario dei genitori) l’unica alternativa possibile per richiedere il consenso sia rivolgersi a un giudice dei minori.

Quale minore intraprenderebbe un azione legale contro i propri genitori?


Il problema esposto dal collega sulla propria pagina Facebook deve essere assolutamente affrontato con la massima urgenza, per evitare conseguenze catastrofiche a danno della collettività.

Simone Gussoni

Dott. Simone Gussoni

Il dott. Simone Gussoni è infermiere esperto in farmacovigilanza ed educazione sanitaria dal 2006. Autore del libro "Il Nursing Narrativo, nuovo approccio al paziente oncologico. Una testimonianza".

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