Una storia triste. Quella di Giada, ragazza di 20 anni che ha avuto la grande forza di affrontare il brutto cancro che la stava uccidendo…col sorriso sulle labbra. Sì, perché il male che l’ha ammazzata così giovane, non ha mai avuto la soddisfazione di vederla arrabbiata, rabbiosa o triste. Mai. Giada era così. Bella e solare, nonostante l’immane sofferenza, che provava a gestire tramite il buonumore e che rinchiudeva a forza dentro di sé, con battaglie presumibilmente epiche per non farsi sopraffare. Il suo motto era ‘Sorridere sempre, non mollare mai’. Ma come spesso accade in questi casi, purtroppo, l’impari lotta si è conclusa nel modo peggiore: l’infame tumore ha vinto, consumando poco a poco la grande forza della ragazza e portandosi via per sempre i suoi sorrisi.
Utilizzava Facebook, Giada. Era per lei un modo per stare accanto a familiari e amici, ma non solo: lo usava soprattutto per creare una sorta di ‘diario’ della sua malattia, cercando così di condividerla con più persone possibili e di farne una testimonianza utile per chi si sarebbe trovato nella sua stessa condizione. E in questa sua finestra sul mondo, Giada descriveva le sue giornate, postava foto, pensieri e poneva quesiti. Sempre col sorriso. Come se ogni giorno, anziché essere un’inevitabile passo in avanti verso il suo ingiusto destino, non fosse altro che una serena tappa di una storia a lieto fine.
E quando il suo terribile nemico le ha dato la stilettata fatale, lei si è addormentata serena, sicura che quel suo diario potesse continuare ad essere un punto di riferimento per chi ha bisogno di aiuto o per chi vuole semplicemente ricordarsi di una ragazza di 20 anni che ha affrontato il cancro col sorriso.
La sua, infatti, era una pagina social
seguitissima, ma… dopo la sua morte, il sito ha deciso di chiuderla. Una ‘prassi’: tecnicamente, quando l’ amministratore unico di una pagina scompare, per Facebook quello spazio non ha più ragione di esistere. Nulla di ‘cattivo’ e nessuna congiura, quindi: è solo una prassi. Che però è discutibile. Perché per i circa 10500 utenti che la seguivano e non solo, quella non era solo una pagina: era un ‘album’ di pensieri e ricordi, sì, ma era soprattutto uno scrigno straboccante dei sentimenti di una ragazza la cui esistenza si stava man mano sgretolando.
La mamma di Giada, Margherita, non riesce proprio a capacitarsi dell’accaduto ed ha dichiarato al Messaggero Veneto: “Mia figlia è morta. Ma così rischiano di morire anche i ricordi più belli. Tutti i suoi sacrifici sono stati buttati via, ma noi non ci diamo per vinti. Ci siamo rivolti alla polizia postale e abbiamo scritto a Facebook, senza ricevere risposta. Ma noi pretendiamo una spiegazione”. Anche nel paese natale della giovane, Sant’Osvaldo (Pordenone), non si danno pace.
Il profilo personale di Giada Cecilia Scorza è stato trasformato dal popolarissimo social network in ‘Commemorativo’; e questo già il giorno dopo la sua scomparsa. Un’iniziativa spontanea di Facebook, che lo ha trasformato in “Ricordo Di”; senza però alcuna possibilità di recuperare i contenuti della pagina che è stata cancellata. E questo, per chi ha vissuto, cresciuto, sostenuto, amato la ragazza e che vuole ricordarsi di lei e della sua battaglia… non può bastare.
Fonti: Messaggero Veneto, Il Giornale, Il Fatto Quotidiano
Immagine: Facebook
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