Garza in addome, paga l’infermiera che aveva “delegato” l’OSS alla conta

Pavia. È stata un’infermiera di 56 anni a pagare per quella garza ‘dimenticata’ nell’addome di una signora nel novembre del 2015: la clinica ‘Città di Pavia’ l’ha sospesa senza stipendio e in una lettera le ha anticipato che dovrà concorrere all’eventuale risarcimento della paziente.

Era il primo novembre del 2015 quando una donna 70enne fu ricoverata presso la clinica “Città di Pavia” per l’asportazione chirurgica di una neoplasia. Il giorno dopo, senza nessun problema apparente, la paziente fu quindi sottoposta all’intervento, che andò per il meglio.

Eppure… per lei cominciarono subito febbre e dolore, fino a che un’indagine diagnostica non evidenziò la presenza di una garza ‘dimenticata’ nel suo addome. E, di conseguenza, la necessità di una nuova operazione per rimuovere quell’oggetto indesiderato e pericoloso dalle sue viscere.

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Un grave errore commesso in sala operatoria, quindi. Che la paziente, provata da due interventi chirurgici in pochi giorni, non prese benissimo… e che la spinse a chiedere i danni alla clinica con una lettera presentata tramite i suoi avvocati.

L’azienda avviò subito delle indagini interne per venire a capo dell’intera vicenda, tanto che il 4 novembre vi fu già un incontro, presso la struttura, tra i vari professionisti (e non) presenti durante l’intervento chirurgico. E le responsabilità di quanto accaduto, secondo i vertici della clinica, furono subito chiare: gli infermieri presenti non avrebbero rispettato il protocollo, che prevede la conta delle garze (pezze) diverse volte e ad alta voce, prima di suturare l’incisione effettuata dal chirurgo.

Sono scattati così diversi provvedimenti disciplinari nei confronti dei tre infermieri

presenti quel giorno in sala operatoria. In particolare è stata ‘punita’ un’infermiera di 56 anni, che avrebbe “delegato” il conteggio delle ‘pezze’ a un operatore socio sanitario (OSS). Un atto di eccessiva fiducia, da cui sarebbe scaturito l’errore che ha di fatto lasciato quel corpo estraneo nella pancia della signora 70enne.

L’infermiera, cha ha fatto ricorso, è stata sospesa dal lavoro (senza stipendio) per due settimane. Ma non solo: in una lettera ricevuta dall’azienda, alla professionista è stato anticipato che le sarà chiesto di concorrere all’eventuale risarcimento del danno.

Nessun provvedimento, invece, è stato preso nei confronti del chirurgo che ha eseguito l’operazione e dell’operatore socio sanitario che avrebbe sbagliato la conta dalle garze.

E’ bene ricordare che l’infermiere non delega attività o responsabilità all’OSS, in quanto rimane unico responsabile del risultato assistenziale, ma può (ove necessario) attribuire attività. L’OSS è responsabile della corretta esecuzione dell’attività attribuita.

Il processo assistenziale permette la costruzione di un percorso logico che consente all’infermiere, attraverso un processo decisionale, di assegnare, ove necessario, compiti al personale di supporto, mantenendo però la responsabilità e la supervisione dell’intero processo assistenziale. 

Questo che ci arriva da Pavia non è di certo un grosso scoop o una notizia di quelle in grado di far scendere in piazza (finalmente) tutti gli infermieri italiani, ma… di sicuro ci rammenta quali siano le nostre sottovalutate, bistrattate, sbeffeggiate e irrisoriamente retribuite responsabilità.

 

Alessio Biondino

Fonte: La Provincia Pavese

Redazione Nurse Times

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