Il futuro dell’infermieristica è adesso: 7 modi in cui Microsoft HoloLens trasformerà l’assistenza

Non è più fantascienza, il primo computer olografico è già realtà e non c’è limite alle cose che l’intelligenza artificiale potrà realizzare in un futuro sempre più “prossimo” al presente. Ma per il momento limitiamoci al modo in cui Microsoft HoloLens potrà modificare la professione infermieristica e le cure ai pazienti.

Il video allegato al presente articolo ci mostra solo alcune delle potenzialità di questo computer. Sono sempre di più i colossi dell’informatica che investono in intelligenza artificiale e salute, IBM con Watson Health è già balzato agli onori della cronaca in queste ultime settimane, per essere riuscito nel difficile compito di diagnosticare un raro caso di leucemia ad una donna del sol levante e nell’aver proposto contestualmente la terapia più appropriata.

Anche Apple ha già realizzato apparecchi medicali sofisticati, dei veri e propri moduli aggiuntivi (Skinvision) per i propri iPhone, che riescono a trasformare un semplice smartphone in un apparecchio in grado di rilevare un melanoma, con un margine di errore inferiore al 10 %, ed inferiore anche rispetto al margine di errore di un bravo dermatologo.

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Microsoft Hololens sarà di grande aiuto nel realizzare:

  1. Formazione infermieristica: HoloLens consentirà di fare formazione come mai fatto prima. Dallo studio del corpo umano alla dissezione dei cadaveri (negli USA è, anche così, che gli studenti di infermieristica studiano l’anatomia e  la fisiologia). La realtà virtuale permetterà di simulare infiniti scenari di assistenza. Alcune abilità, come imparare ad inserire un sondino naso gastrico o un catetere vescicale, posizionare un PICC line potranno essere acquisite virtualmente, con l’aiuto dei docenti che passo dopo passo potranno far da guida, grazie a ciò che vedranno attraverso le lenti dei loro studenti.
  2. Formazione per i disastri: HoloLens creando scenari realistici darà modo agli infermieri di esercitarsi nel dare una risposta concreta in caso di disastri come un terremoto, attacchi terroristici, disastri aerei o di vario tipo.
  3. Telemedicina: il modo in cui gli infermieri hanno sempre inteso la telemedicina non avrà più senso di esistere. Non più paziente ed infermiere dietro ad uno schermo, con la propria visione del mondo che li circonda. Con HoloLens sarà possibile per l’infermiere interagire con il paziente nel suo ambiente in maniera assai realistica.
  4. Risposta alle emergenze: chiamare il 911 o l’equivalente italiano del 118 o 112 potrà voler dire per i soccorritori vedere immediatamente la situazione. Quando ogni minuto conta, HoloLens permetterà ai clinici di dare le giuste indicazioni, in attesa del loro arrivo.
  5. Favorire la comprensione: i pazienti potranno usare HoloLens per esprimere se stessi. Uno schizofrenico potrà rendere il suo mondo interiore e lasciare che un infermiere veda lo struggimento  che prova e le immagini terribili che visualizza e senta le voci agghiaccianti, sviluppando un modo di dare assistenza realmente empatico.
  6. Educazione al paziente: HoloLens consentirà agli infermieri di educare con efficacia ed in maniera personalizzata i propri pazienti. Insegnare ad un bambino ad utilizzare il proprio spray diventerà più semplice e divertente. Spiegare in maniera semplice le procedure sarà altrettanto facile. La comunicazione efficace e la visualizzazione di ciò che accadrà renderà il paziente più compliante e saranno migliori gli esiti di cura.
  7. Protesi personalizzate: Le protesi del futuro potranno essere fatte su misura utilizzando questa tecnologia, che sarà la base per la realizzazione delle stesse, grazie a stampanti 3D.

Questo percorso appena cominciato, nel futuro prossimo della tecnologia, sarà sempre più al servizio dell’assistenza e gli infermieri sapranno certamente farne un buon uso.

Se la tecnologia e l’intelligenza artificiale verranno messe al servizio dell’assistenza per migliorare l’erogazione delle cure, non c’è limite alle cose che potremmo riuscire a fare, mi auguro semplicemente che non sostituiscano mai l’autenticità di un rapporto, quello tra paziente-infermiere, che è ciò che rende il nostro lavoro non soltanto un lavoro, ma un gran bel lavoro.

Rosaria Palermo

Fonte

www.melissadecapua.com

 

Rosaria Palermo

Infermiera dal 1994. Attualmente, infermiera specialista del rischio infettivo presso l'ARNAS Garibaldi di Catania. Ho una laurea magistrale e due Master, uno in Coordinamento e l'altro in Management del rischio infettivo. Faccio parte del Direttivo di ANIPIO (Società Scientifica degli Infermieri Specialisti del Rischio Infettivo) dal 2016. Penso che lo scatto nella nostra professione debba essere culturale, prima di ogni cosa. Nelson Mandela diceva che la conoscenza è l'arma più potente di cui gli esseri umani dispongano, ed è ciò che permetterà alla nostra professione di ritagliarsi gli spazi che le competono.

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