Formazione e certificazione delle competenze: Opi Fi-Pt al congresso in Puglia

Le considerazioni di Danilo Massai, presidente dell’Ordine interprovinciale toscano, sull’infungibilità dell’infermieristica.

L’infungibilità dell’infermieristica, cioè la sua specificità peculiare, è stata al centro della giornata di apertura del congresso organizzato dagli Opi di Bari-Barletta-Trani, Brindisi e Caserta in corso sul Gargano, a Pugnochiuso. A introdurre la questione etica e deontologica, Lia Pulimeno, vicepresidente Fnopi, che ha affrontato il tema spiegando come il concetto muova dalla necessità di capire cosa sia e cosa voglia essere l’infermiere. Un ruolo indissolubilmente legato alla normativa, alla deontologia e alla formazione.

La gestione delle competenze avviene in base alle necessità dei cittadini, da incrociare con le competenze acquisite a livello universitario. In questo percorso il primo step è la definizione della figura infermieristica. Di conseguenza va adeguata la formazione in coerenza con l’organizzazione. La formazione deve variare nel suo orientamento in tutti i percorsi, è stato detto, e ciò vale anche per il corso di laurea magistrale, che deve avere un orientamento avanzato di quattro aree: gestionale, assistenziale, formativo e di ricerca.

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Sulla questione è intervenuto poi Danilo Massai (in foto con Salvatore Petrarolo, direttore Nurse Times), presidente di Opi Firenze-Pistoia, riprendendo il termine di infungibilità, da confrontare con nuove tecnologie e intelligenza artificiale applicate alla sanità. «C’è bisogno – ha detto Massai – anche di un’università che faccia da contenitore, in modo da poter costruire un pensiero chiaro rispetto alla propria identità. Sarebbe poi opportuno parlare di competenze riservate, saper fare un ragionamento diagnostico e saper fare da leader. Il che implica il sapersi misurare e valutare. Sul ruolo infermieristico vale anche un’altra considerazione: troppo spesso, all’interno dell’organizzazione, l’infermiere non rappresenta un valore, ma un mero operatore; quella infermieristica non è considerata una professione intellettuale che presuppone programmazione, pianificazione, attuazione, misurazione e verifica. Accade così che gli infermieri che si occupano di procedura diventino sostituibili dalla tecnologia. Una percezione sbagliata che si combatte con una formazione costante e con la certificazione continua di tutte le competenze».

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