Fitofarmaci e pesticidi per contrastare la diffusione della Xylella: OMCeO Lecce prende posizione

L’Ordine dei medici salentino invita alla cautela e al monitoraggio delle conseguenze.

In un primo intervento a caldo il presidente dell’OMCeO di Lecce, dottor Donato De Giorgi, si era detto “perplesso” circa l’uso di pesticidi “per decreto”. Oggi, sull’impiego di pesticidi per contrastare la Xylella, l’Ordine dei medici della provincia di Lecce prende posizione a tutela della salute dei cittadini.

Pur nel rispetto degli impegni nazionali e internazionali finalizzati a impedire la diffusione di un flagello per l’agricoltura quale la Xylella, l’OMCeO Lecce chiarisce che “ogni misura di contrasto non può prescindere dalla piena tutela della salute dei cittadini, anche a lungo termine”. Il riferimento è alle misure fitosanitarie urgenti per prevenire e contenere la diffusione della Xylella fastidiosa, note come Decreto Martina del 13 febbraio scorso, che prevedono l’impiego di acetamiprid (neonicotinoide), e deltametrina (piretroide).

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Il responsabile della Commissione Ambiente e Salute dell’OMCeO, dottor Giovanni De Filippis, precisa che si tratta di insetticidi già utilizzati routinariamente, assieme ad altri, per combattere in agricoltura comuni parassiti, come ad esempio la mosca dell’ulivo e la tignola, oltre che per disinfestazioni urbane. “Nell’utilizzo di tali prodotti

– spiega De Filippis – è indispensabile rispettare i tempi di rientro e l’intervallo di carenza o sicurezza, che è il tempo necessario alla pianta per metabolizzare il fitosanitario, oltre che i valori limite dei residui sugli alimenti. Sul rispetto dei tempi, i Servizi igiene degli alimenti e nutrizione della Asl effettuano i necessari controlli”.

De Filippis, inoltre, ricorda che “spesso abbiamo trascurato, per mancanza di conoscenze, aspetti fondamentali degli inquinanti come quello dell’interferenza endocrina, ovvero di molecole in grado di mimare l’effetto degli ormoni fisiologici, fino a determinare una perturbazione della omeostasi degli organismi viventi”. Agli interferenti endocrini sono imputati diversi effetti indesiderati e non si può escludere che i neonicotinoidi, ma anche le piretrine, possano svolgere un ruolo di perturbatori del sistema ormonale.

Secondo l’OMCeO, quindi, non vi sono elementi di certezza assoluta. Vale il principio di precauzione, che consiglia la necessità di un continuo monitoraggio dei rischi-benefici delle molecole che utilizziamo, in particolare in agricoltura, per la possibilità di ingresso di contaminanti nella catena alimentare.

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