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Fials Potenza: “Personale insufficiente nei reparti Covid del San Carlo”

Il segretario provinciale del sindacato, Giuseppe Costanzo, denuncia “l’insostenibilità della situazione nell’ospedale più importante della Basilicata”.

“Personale insufficiente nei reparti Covid”. La denuncia arriva da Fials Potenza e riguarda la situazione “isostenibile” dell’ospedale San Carlo, a detta del sindacato confermata dalla recente apertura del reparto di Medicina e dal trasferimento in una struttura inadeguata del reparto di Geriatria. Di qui la richiesta al Consiglio regionale di farsi carico del problema, convocando lo stesso sindacato in IV Commissione.

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“La Fials – dichiara in una nota il segretario provinciale Giuseppe Costanzo – è intervenuta ripetutamente sulla cronica carenza di personale infermieristico e oss nei reparti destinati ai pazienti Covid. Questo vuoto non consente di assicurare un’assistenza adeguata alla complessità clinica e assistenziale della pandemia. Una situazione che compromette gravemente i livelli minimi di sicurezza. Le attività da svolgere sono tante e complesse e non possono essere eseguite con un numero esiguo di infermieri e di operatori di supporto (oss)”.

Prosegue il sindacato: “L’apertura del reparto di Medicina nell’Aor San Carlo di Potenza ha ulteriormente sovraccaricato di lavoro il personale sanitario. Gli assunti recenti non hanno neanche ricevuto una formazione specifica per l’assistenza Covid. In molti casi i precari con contratto Covid sono stati assegnati a reparti, servizi o attività assistenziali non connessi all’emergenza epidemiologica”.

Nel ricordare l’obbligo aziendale di adottare misure di sicurezza a tutela della salute dei dipendenti, Costanzo sottolinea che altri neo-assunti, come era avvenuto nel novembre del 2020, sono stati impegnati direttamente per l’assistenza a pazienti Covid, inseriti immediatamente nei turni senza una formazione adeguata. Situazione delicata, anche in considerazione del notevole impatto emotivo che la pandemia genera sul personale, specie se alle prime esperienze. Una storia che ciclicamente si ripete, nonostante le promesse della direzione generale del San Carlo di creare condizioni di “benessere dei lavoratori”.

“Diversi studi di università italiane e internazionali – precisa il segretario provinciale Fials – hanno valutato l’impatto della pandemia sugli infermieri delle terapie intensive o delle unità Covid-19 sub-intensive. L’esposizione a questi ritmi di lavoro determina percentuali elevate di ansia e depressione. In particolare, il 69,5% degli infermieri ha mostrato grave ansia, mentre il 44,3% ha mostrato una grave forma depressiva. E dati analoghi a quelli riscontrati negli studi italiani sono stati rilevati anche in uno studio cinese, che ha mostrato percentuali importanti di depressione (50%), ansia (44,6%), insonnia (34%) e stress psicologico (71,5%). Ma alla direzione generale del San Carlo poco importa se il personale è stremato, se è sotto organico o se sono sempre gli stessi a subire pressioni”.

Ancora la nota sindacale: “A nulla serve chiedere un’organizzazione migliore, sollecitare il materiale di sicurezza che spesso manca, segnalare la carenza di personale oss. Un numero esiguo di lavoratori deve garantire tante, diverse attività di aiuto ai degenti: assunzione dei pasti, ritiro delle vettovaglie, cura dell’igiene dei pazienti, aiuto nel cambio della biancheria, rifacimento dei letti, risposta ai campanelli, aiuto nelle operazioni fisiologiche e nella mobilizzazione, trasporto in altri reparti per consulenze. Gli altissimi ritmi di lavoro sono appesantiti dal fatto che si indossano tute e altri Dpi per ore, senza sosta”.

Sottolinea Costanzo: “La carenza di personale si registra in tutti i reparti che assistono pazienti affetti da Covid-19: da Malattie infettive a Pneumologia. Questi due anni di pandemia hanno generato tanto stress, con gravi conseguenze sulla salute dei lavoratori. Il trasferimento della Geriatria è avvenuto nel caos totale, con spazi ridotti assegnati al personale per svolgere le normali attività assistenziali. Il 14 febbraio 2022 si èverificato l’ennesimo focolaio nel reparto di Geriatria. La situazione attuale è molto impegnativa per l’emergenza pandemica. Ma anche se prevedibile e prevista, è stata affrontata senza programmare un piano di assunzioni in concomitanza con i picchi dicontagio. Ciò è inaccettabile per un’azienda grande come il San Carlo, dove invece sono frequenti gli straordinari e gli spostamenti tra reparti per arginare l’emergenza”.

Conclude al nota Fials: “Il perdurare di questa situazione, più volte segnalata, espone tutto il personale a serio rischio di danno psicofisico e offre all’utenza prestazioni assistenziali inadeguate, a danno anche dell’immagine del San Carlo. Nell’interesse dei dipendenti, nonché dei cittadini, oltre che a garanzia della propria incolumità, è dovere dei lavoratori opporsi alla compensazione quando vengano a mancare i caratteri dell’eccezionalità o venga pregiudicato il prioritario mandato professionale. Le condizioni di disagio psicofisico al quale il personale è sottoposto derivano dalla continua esposizione a situazioni di super lavoro. E non ha carattere di eccezionalità, ma di naturale continuità, dovuta alla cronica carenza di personale e all’ignavia dell’Azienda ospedaliera. Perciò la scrivente chiede al presidente della IV Commissione di essere convocata”.

Redazione Nurse Times

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