Fials Imola: “Grave carenza di personale infermieristico e tecnico al Santa Maria della Scaletta. Servizi al collasso”

L’organizzazione sindacale autonoma richiede con urgenza l’implemento massivo di personale. Una richiesta ribadita nella seguente lettera, firmata dal segretario provinciale Alfredo Pepe e indirizzata al direttore generale della struttura, agli organi di stampa e ai dipendenti Ausl.

Diverse volte questa organizzazione sindacale ha evidenziato in più sedi la grave carenza di personale infermieristico e tecnico addetto all’assistenza e al monitoraggio dei molteplici utenti che si riversano in Pronto soccorso, nel Dipartimento Medico (grave soprattutto la situazione al sesto piano, quello di Medicina A), nel Dipartimento Chirurgico, nel Blocco Operatorio, nella Pediatria, in Ortopedia, in Radiologia, dove mancano i tecnici, sul territorio in assistenza domiciliare, al 118, dove l’ambulanza in più prevista dai fondi regionali non è mai partita per via della carenza dei professionisti.

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Altissimi i carichi di lavoro e le situazioni di stress psico-fisico che gli operatori fronteggiano quotidianamente per sostenere turni asfissianti, continui i salti di riposo, numerose le ferie pregresse ancora da smaltire, mentre sempre più spesso si destreggiano in mezzo ad aggressioni verbali e fisiche. Esplode invece il monte ore dello straordinario. Tutto questo è insostenibile sia fisicamente che emotivamente. Gli operatori sono allo stremo, l’intero ospedale al collasso, mentre ci si accinge a fronteggiare l’ennesimo sforzo con le solite, tanto care e famose “isorisorse”.

Spesso critici per gli interventi messi in atto da questa amministrazione in termini di assunzioni, da sempre sosteniamo che l’unica cura al problema sia la linfa: infermieri, operatori socio-sanitari e tecnici di radiologia, da assumere subito e formare adeguatamente. D’altronde la politica della razionalizzazione delle risorse non ci ha mai visto e mai ci vedrà d’accordo e in linea, visto che il risparmio si riversa sempre e solo sul personale sanitario.

Nessuna adeguata valorizzazione economica è stata prevista per tutti gli sforzi che il personale da oltre due anni sostiene e puntualmente. L’Azienda rinvia gli incontri sindacali previsti proprio per sollecitare tale intervento, come per il reclutamento del personale, che ad oggi risulta tardivo. La graduatoria degli operatori socio-sanitari è ferma da mesi. In alcune piastre assistenziali, come quella dell’Ortopedia, non è prevista tale figura nel turno di notte, mentre in diverse piastre assistenziali gli organici sono invece carenti di tale figura, e aumentano i carichi di lavoro di tutta l’equipe assistenziale.

Per il reclutamento degli infermieri si è voluto indire un unico bando metropolitano, quando ancora le altre aziende bolognesi, vedi Sant’Orsola e Rizzoli, non hanno ancora smaltito le precedenti graduatorie. Così l’Ausl Imola resta ferma al palo, a guardare i suoi professionisti fare gli ennesimi salti mortali per garantire un minimo di offerta assistenziale alla cittadinanza. Con una notevole ricaduta sulla qualità di tale assistenza, tra blocco delle ferie e degli istituti contrattuali, e continue richieste di straordinari.

Inoltre, ora più che mai, per cercare di dare le giuste risposte che oggi gli operatori meritano, è indispensabile intervenire sull’organizzazione dell’assistenza e l’ambiente di lavoro, partendo dalla revisione dei:

Modelli di lavoro su turni – Il lavoro su turni rappresenta un aspetto delicato da gestire, perché sempre più evidenti sono le resistenze e rischi per la salute. I turni di servizio rigidi contribuiscono a determinare la carenza. Con sistemi di gestione dei turni più flessibili, forse, verrebbero meno alcune richieste di part-time o di abbandono precoce della professione, al fine di conciliare i tempi di vita e di lavoro.

Modelli organizzativi – La revisione dei modelli organizzativi delle strutture e il coinvolgimento dei lavoratori e delle lavoratrici nella loro impostazione sono una priorità non più rinviabile. Esiste, infatti, una parte della carenza determinata da cambiamenti organizzativi gestiti male, senza condivisione e partecipazione degli operatori, che costituiscono ancora un’importante causa di demotivazione, frustrazione e abbandono. Molteplici e costanti le richieste di dimissioni da parte dei professionisti, che preferiscono abbandonare l’ospedale di Imola.

L’efficace attuazione del Pnrr per il conseguimento dei traguardi e degli obiettivi di cui alla “missione salute” non solo implica l’attivazione di nuove strutture, ma la definizione di modelli organizzativi innovativi per il rafforzamento della rete territoriale del circondario imolese, oggi in forte sofferenza. Non c’è alcuna possibilità di attivare le reti di prossimità senza prima definire compiutamente i fabbisogni di personale infermieristico e di supporto necessario, e senza prevedere le modalità per il loro reclutamento.

Bisogna inoltre mettere in campo tutte le misure idonee e necessarie per conferire certezze lavorative agli operatori con contratti a termine, i quali hanno permesso di garantire le cure ai cittadini durante il periodo pandemico. Ed è a questo proposito che nei giorni scorsi abbiamo inviato una missiva, chiedendo un’accelerata sulle procedure di stabilizzazione del personale precario, poiché ci si ritroverebbe a perdere ulteriori professionisti qualora dovesse arrivare la chiamata a tempo indeterminato da parte di altre aziende sanitarie.

Prescindendo da eventuali responsabilità da attribuire, nel caso ce ne fossero, le numerose criticità ripetutamente segnalate da questa sigla sindacale, a quanto pare, non risultano superate, bensì sottovalutate, visto che è sempre l’operatore sanitario a farsi carico del rischio e vista la responsabilità enorme che gli piomba addosso in un clima di disorganizzazione e sfruttamento delle risorse umane di tutte le unità operative della Ausl Imola.

Tutto ciò per richiedere un intervento urgente, con l’implemento cospicuo di personale infermieristico e tecnico, stilando una graduatoria per titoli degli aventi diritto alla prova concorsuale in atto, e attingere immediatamente nuova linfa. Inoltre per prevedere la riduzione delle attività o di alcuni servizi al fine di fronteggiare e governare al meglio le fasi di assistenza con la massima e tempestiva efficacia ed efficienza, e soprattutto a tutela della salute degli operatori e della sicurezza dei cittadini.

Redazione Nurse Times

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