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Ferite difficili: un possibile aiuto dall’estratto di mirtilli selvatici

Uno studio americano ne evidenzia la capacità di velocizzare la cicatrizzazione.

Arriva dai mirtilli un possibile aiuto contro le ferite difficili. Lo suggerisce uno studio Usa che sarà presentato a Philadelphia, in occasione dell’Experimental Biology 2022, incontro annuale promosso dall’American Physiological Society (Aps). Secondo il gruppo guidato da Dorothy Klimis-Zacas, dell’Università del Maine, un gel a base di estratto fenolico di mirtilli selvatici ad azione antiossidante potrebbe favorire i meccanismi alla base della guarigione di piaghe, ulcere e ustioni, accelerandone la chiusura.

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Ogni anno, ricordano gli autori, si spendono più di 50 miliardi di dollari per la cura delle ferite. Quelle croniche, come le piaghe associate a un diabete non compensato o le ulcere da pressione, sono classificate come non cicatrizzanti, a causa di una ridotta vascolarizzazione che ne complica la chiusura. In precedenza ricercatori dello stesso ateneo statunitense avevano scoperto che un estratto fenolico di mirtilli selvatici migliorava la vascolarizzazione e la migrazione cellulare, fasi cruciali nel processo di guarigione, in cellule del cordone ombelicale umano.

Il nuovo studio ha esaminato l’effetto dell’estratto, formulato in gel topico, su ferite vive nei ratti. Rispetto agli animali di laboratorio trattati con un gel placebo, i ratti curati con il prodotto attivo hanno mostrato una migliore migrazione delle cellule endoteliali verso il sito della ferita e un aumento del 12% della sua chiusura.

“I mirtilli selvatici hanno il potenziale per migliorare la migrazione cellulare, la formazione di nuovi vasi sanguigni (angiogenesi) e la vascolarizzazione, e per velocizzare la chiusura della ferita – afferma Tolu Esther Adekeye, primo autore del lavoro –. Ciò è particolarmente importante nei pazienti con ferite croniche come piaghe diabetiche, ustioni e ulcere da pressione”.

Redazione Nurse Times

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