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Ernia ombelicale: conosciamola meglio

Rilanciamo l’approfondimento a cura del dottor Fiorenzo Giacci, pubblicato su iDoctors.

L’ernia ombelicale è un cedimento della parete addominale, con fuoriuscita di un viscere in sede ombelicale, legato alla mancata chiusura della cicatrice ombelicale. È caratterizzata da una tumefazione elastica in sede ombelicale, talora dolente. Mentre nel bambino può contenere segmenti intestinali, ed essere quindi a rischio di strozzamento, nell’adulto essa contiene, in genere, grasso pre-peritoneale.

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La terapia è unicamente chirurgica. Nell’adulto la riparazione può essere effettuata in anestesia locale, con o senza utilizzo di materiale protesico. Può presentarsi anche alla nascita o in età pediatrica. Nell’adulto, in assenza di patologie concomitanti (ad es. cirrosi epatica con ascite), si presenta come un cedimento elastico, sempre in sede ombelicale, con l’aspetto di un bottone tondeggiante.

Cause – È in genere legata, specie in età pediatrica, a un difetto nella cicatrizzazione dell’ombelico, area in cui si inserisce il cordone ombelicale. Nell’adulto, a questo fattore può essere associato la presenza di eccessivi sforzi addominali, un aumento del peso, lo stato di gravidanza nelle donne.

Sintomi – Nel bambino è evidente un gonfiore in sede ombelicale. Nell’adulto, oltre ai quadri più conclamati, sono presenti casi in cui il rilievo è quasi occasionale: il paziente lamenta dolori puntori in sede ombelicale, e lo specialista, alla visita, riscontra una breccia, anche di pochi millimetri, sita nel fondo dell’ombelico. L’ernia ombelicale può presentarsi anche in condizioni d’urgenza: nel bambino, quest’evenienza è più frequente per l’incompleta formazione del grande omento, sorta di grembiule di grasso che si localizza davanti all’intestino, tra questo e la parete addominale. L’assenza di questa barriera può portare segmenti di intestino a incarcerarsi nell’ombelico con conseguente arresto della circolazione ematica e quadri di strozzamento. Nell’adulto, l’urgenza è meno frequente, ed è legata ad ernie di grandi dimensioni quali quelle tipiche del paziente cirrotico.

Diagnosi – La diagnosi è clinica: lo specialista, visitando il paziente, riscontra la presenza dell’ernia. Solo raramente, può essere di ausilio l’ecografia, utile a documentare l’eventuale presenza, in urgenza, di anse intestinali erniate.

Rischi – Il rischio maggiore è lo strozzamento, legato all’ingresso nell’ernia di un segmento dìintestino, complicanza che richiede una valutazione chirurgica e talora l’intervento in urgenza. Un’ernia di vecchia data, porta a una sofferenza della cute ombelicale fino alla formazione di erosioni e ulcere.

Cure e trattamenti – La terapia è unicamente chirurgica. L’intervento viene eseguito nel bambino in anestesia generale; nell’adulto, fino al 90 % dei casi in anestesia locale, con una blanda sedazione, e in regime di Day Surgery (ricovero di un giorno). La tecnica consiste, dopo avere praticato un’incisione intorno all’ombelico, nel riposizionare in cavità addominale quanto erniato, e nel riparare il difetto della parete o semplicemente con dei punti di sutura, non riassorbibili o a lento riassorbimento (“onfaloplastica”) o, in caso di ernie recidive (cioè già operate) o di ampi difetti parietali, utilizzando materiale protesico (polipropilene), sagomato manualmente a forma di dardo o pre-confezionato “a ombrellino”, posizionato nella breccia. La convalescenza è di circa 15 giorni. Possibili complicanze postoperatorie: la recidiva (2-3%); l’infezione della ferita (4%), la sofferenza della cute ombelicale, temporanea (6-7%).

Redazione Nurse Times

Fonte: iDoctors

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