Gli agenti di polizia di molti paesi esteri vengono regolarmente dotati di spray al peperoncino o Taser con i quali possono disarmare un malintenzionato a distanza ravvicinata senza dover ricorrere ad un'arma da fuoco che potrebbe risultare fatale
L’Infermiere, proprio come un agente di Polizia, si trova spesso a dover assistere o interagire con soggetti in stato di ebbrezza, tossicodipendenti o con disturbi psichiatrici. Gli episodi di violenza contro il personale sanitario sono ormai all’ordine del giorno.
Ogni sanitario svolge una professione ad alto rischio in quanto a stretto contatto con il paziente e costantemente impegnato a gestire rapporti caratterizzati da una condizione di forte emotività, sia da parte del paziente stesso, che dei parenti o degli accompagnatori.
Appare evidente come gli slogan contro la violenza o l’installazione di telecamere a circuito chiuso non siano sufficienti ad arginare il fenomeno delle ormai quotidiane aggressioni ne tanto meno siano in grado di rendere meno grave quello che pare essere un vero e proprio bollettino di guerra.
In molti paesi esteri inizia a prendere forma l’idea di dotare Medici ed Infermieri di Taser, acronimo di Thomas A. Swift’s Electronic Rifle.
Si tratta di un dispositivo classificato tra le armi da difesa “meno che letali” che fa uso dell’elettricità per paralizzare i movimenti del soggetto colpito facendone contrarre i muscoli.
In Italia è anche nota come “pistola elettrica”, “storditore elettrico” o “dissuasore elettrico”.
È stata inserita dall’ONU nella lista degli strumenti di tortura. Secondo Amnesty International l’arma in pochi anni è stata responsabile di centinaia di morti nei soli Stati Uniti, ma secondo altri studi le morti sarebbero state concausate dai problemi cardiologici di cui soffrivano i soggetti colpiti.
Secondo molti Infermieri statunitensi questa sarebbe la soluzione migliore da adoperare nelle situazioni nelle quali il paziente aggressivo potrebbe diventare violento nel giro di pochi istanti.
Possono essere venduti dagli armieri a persone con porto d’armi ma non possono essere “portati” per nessun motivo.
Una circolare del Ministero dell’Interno del 1997 ha chiarito l’utilizzo e l’acquisto di tali strumenti, che necessitano di particolari autorizzazioni.
Pertanto questa soluzione pare non essere applicabile dagli Infermieri Italiani.
La quasi totalità degli strumenti antiaggressione presenti sul mercato possiede i requisiti di funzionamento e destinazione di impiego che consentono di inserirli nel novero delle armi comuni, in quanto strumenti la cui destinazione naturale è l’offesa alla persona.
Il loro porto ed utilizzo al di fuori dell’abitazione è vietato, ed impone alle forze dell’ordine l’obbligo di segnalazione all’Autorità giudiziaria.
Ad oggi sono solo 3 i prodotti spray per la difesa personale di cui è consentita la libera vendita, in quanto la Commissione consultiva centrale per il controllo delle armi, di cui all’art. 6 della legge 18 aprile 1975, n. 110, ha espresso il parere, condiviso dal Ministero dell’Interno, che essi, in ragione del modesto contenuto di sostanza attiva (Estratto di frutti di capsicum), non abbiano attitudine a recare offesa alla persona, qualificandoli, quindi, “non armi” e ritenendo ammissibile la loro libera vendita e circolazione:
In Italia, il gas OC (contenuto negli spray al peperoncino) è stato a lungo considerato un’arma propria, con un numero ristrettissimo di prodotti a ridotta concentrazione (tre) elencati sul sito della Polizia di Stato e approvati dal Ministero dell’Interno, dei quali era consentito l’uso, il trasporto e il porto senza autorizzazione prefettizia.
Peraltro la Corte di Cassazione, con le sentenze 21932/2006 e 44994/2007, entrambe pronunciate dalla Sezione I Penale, ha ritenuto la natura di arma comune da sparo delle bombolette caricate con gas irritante non approvate dal ministero dell’interno; conseguentemente il porto di bombolette non approvate dal ministero, in assenza della licenza prefettizia, costituiva reato perseguibile a norma di legge.
Il 12 maggio 2011, con decreto n°103, il Ministero dell’Interno ha liberalizzato l’acquisto, la detenzione e il porto in pubblico per tutti i maggiori degli anni 16 di ogni e qualsiasi strumento di autodifesa che nebulizzi un principio attivo naturale a base di Oleoresin Capsicum e che non abbia attitudine a recare offesa alla persona, in attuazione dell’articolo 3, comma 32, della legge n. 94/2009. (G.U. 8 luglio 2011 n. 157). Per risultare di libera vendita e libero porto, tali strumenti devono:
La vita delle persone che servono la comunità come Medici e Infermieri non deve essere messa a rischio dal comportamento di qualche squilibrato o di qualche criminale. Ogni operatore sanitario deve essere in grado di esercitare la propria professione senza dover correre alcun pericolo.
Fonti: Wikipedia
Ennesimo episodio di violenza e insicurezza all’interno delle strutture sanitarie italiane. Ieri pomeriggio, un paziente…
Il segretario nazionale del sindacato Nursind, Andrea Bottega, è intervenuto con fermezza nel dibattito sull’introduzione…
“Il futuro della salute mentale: tra rischi e opportunità”. Se ne è parlato a Roma,…
L'Asst del Garda ha indetto un concorso pubblico, per titoli ed esami, finalizzato alla copertura…
L'Azienda Ulss 7 Pedemontana ha indetto un avviso pubblico, per soli titoli, finalizzato all’assunzione di…
Le terapie biologiche che bloccano l’interleuchina 5 (IL-5) stanno rivoluzionando il trattamento dell’asma grave e…
Leave a Comment