Due neonate muoiono di pertosse, le madri non erano vaccinate

È accaduto a Bergamo, all’ospedale Papa Giovanni. Le mamme non erano state mai immunizzate contro la malattia e nessuna di loro si era sottoposta  a “una profilassi protettiva”

Sono decedute nella terapia intensiva della patologia neonatale dell’ospedale Papa Giovanni di Bergamo: due bimbe, nate a qualche settimana di distanza l’una dall’altra (tra maggio e giugno scorsi), sono state infettate dal batterio Bordetella pertussis e hanno sviluppato la patologia, che “può essere molto grave e nel primo anno di vita è una delle cause più frequenti di decesso”.

Entrambe le mamme, che avevano avuto una gravidanza assolutamente normale, non erano vaccinate per la pertosse. E, come riporta l’Eco di Bergamo, nessuna di loro si era sottoposta “una profilassi protettiva contro questa malattia”. Infezione che, come si è scoperto in un secondo tempo, aveva colpito loro; e che, purtroppo, ha ucciso le due piccole dopo un solo mese di vita.

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La pertosse è una malattia infettiva di origine batterica molto contagiosa, causata dal batterio Bordetella pertussis. Viene annoverata fra le malattie infantili, come la rosolia, il morbillo, la varicella e la parotite, e colpisce prevalentemente bambini sotto i 5 anni.

È diffusa in tutto il mondo, ma è diventata assai rara, specialmente nei Paesi in cui è stata introdotta la vaccinazione generalizzata nell’infanzia. Oggi il 90% dei casi di pertosse si registrano proprio nelle popolazioni in cui non viene effettuata la vaccinazione

, e in questi casi la pertosse può portare a una mortalità elevata nei bambini.

Il batterio della pertosse causa infezioni alle vie respiratorie che possono essere inapparenti, ma anche estremamente gravi, specie quando il paziente è un neonato. La pertosse si caratterizza per una tosse persistente (per più di tre settimane). L’esordio della malattia si manifesta con una tosse lieve, accompagnata da qualche linea di febbre e copiose secrezioni nasali: è la fase catarrale, che dura da 1 a 2 settimane. Progressivamente la tosse diventa parossistica e si associa a difficoltà respiratorie: è la fase convulsiva o parossistica, che può durare più di 2 mesi in assenza di trattamento. In seguito a parossismi, si possono verificare anche casi di apnea, cianosi e vomito.

Nei bambini piccoli, le complicazioni più gravi sono costituite da sovrainfezioni batteriche, che possono portare a otiti, polmonite, bronchiti o addirittura affezioni neurologiche (crisi convulsive, encefaliti). I colpi di tosse possono anche provocare delle emorragie sottocongiuntivali e nel naso.

Il contagio avviene per via aerea, probabilmente attraverso goccioline di saliva diffuse nell’aria quando il malato tossisce e l’incubazione è di una decina di giorni. La terapia consiste di antibiotici, spesso l’eritromicina, che può essere associata a antitussivi, sedativi, antispasmodici.

Alessio Biondino

Redazione Nurse Times

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