Donazione midollo: come si svolge la procedura

Le informazioni essenziali per chi intende sottoporsi al prelievo.

La prima cosa su cui ci si interroga quando si parla di donazione di midollo osseo è la relativa procedura. Come spiega nella videointervista l’esperto Luca Santoleri, primario del Centro trasfusionale e del servizio di Immunoematologia e medicina trasfusionale dell’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano, e come sottolinea anche l’Associazione donatori di midollo osseo, la procedura prevede alcuni rischi minimi, legati sostanzialmente all’anestesia e alla modalità di raccolta delle cellule. È importante sottolineare che le persone che potrebbero correre rischi non sono candidate alla donazione. Pertanto, prima della procedura, si discute ogni aspetto col medico.Intanto va detto che durante il prelievo non si avverte dolore. È possibile avvertire solo un dolore sordo, modesto e risolvibile con un normale antidolorifico nelle ore o nei giorni successivi, più che altro in relazione all’attività fisica che si svolge. La procedura prevede la somministrazione di un agente mobilizzante 
(G-CSF) nei 3-4 giorni precedenti il prelievo. Questo farmaco è un “fattore di crescita”, simile a una molecola che il nostro corpo produce naturalmente nel corso di tutta la vita, in grado di aumentare il numero di cellule staminali e facilitarne il passaggio dalle ossa al sangue. La somministrazione avviene attraverso iniezioni sottocutanee che il donatore può eseguire da solo.Il prelievo di cellule staminali emopoietiche avviene mediante la procedura di aferesi. Il sangue, che viene prelevato da una vena del braccio, attraverso un circuito sterile passa attraverso una centrifuga dove le cellule vengono isolate e raccolte in una sacca, mentre il resto del sangue viene reinfuso dal braccio opposto, senza che le altre cellule abbiamo subito alcun tipo di danneggiamento. Nei giorni successivi viene somministrato l’agente mobilizzante.I disturbi più comuni sono febbricola, cefalea, dolori ossei, stanchezza (sindrome simil-influenzale). Tali sintomi sono trattabili con semplice paracetamolo e scompaiono rapidamente quando il farmaco viene sospeso, cioè subito dopo la donazione.Redazione Nurse Times  
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