La Certificazione verde COVID-19 nasce per facilitare la libera circolazione in sicurezza dei cittadini nell’Unione europea durante la pandemia di COVID-19. Attesta di aver fatto la vaccinazione o di essere negativi al test o di essere guariti dal COVID-19. La Certificazione contiene un QR Code che permette di verificarne l’autenticità e la validità. Il certificato può essere utilizzato in tutti gli Stati membri dell’UE, nonché in Islanda, Liechtenstein e Norvegia. Sono inoltre in corso contatti per consentirne l’uso con la Svizzera. La Commissione si sta adoperando per garantire che i certificati siano compatibili con i sistemi di altri paesi non appartenenti all’UE. Ecco le domande e risposte pubblicate sul portale ufficiale ec.europa.eu.
Gli Stati membri dovranno astenersi dall’imporre ulteriori restrizioni di viaggio ai titolari di un certificato COVID digitale UE, a meno che esse non siano necessarie e proporzionate per tutelare la salute pubblica. In tal caso lo Stato membro deve informare tempestivamente la Commissione e tutti gli altri Stati membri e motivare tali nuove misure.
Il certificato COVID digitale UE servirà come prova di vaccinazione, test e guarigione e potrà essere utilizzato in tutti gli Stati membri dell’UE. Durante il viaggio, il titolare di un certificato COVID digitale UE avrà gli stessi diritti dei cittadini dello Stato membro visitato che sono stati vaccinati, sottoposti a test o guariti dalla COVID-19.
Il 31 maggio la Commissione ha proposto di aggiornare la raccomandazione del Consiglio relativa al coordinamento delle restrizioni alla libera circolazione nell’UE, stabilendo norme chiare sulle condizioni per revocare le restrizioni di viaggio alle persone titolari del certificato COVID digitale dell’UE.
Per garantire il rispetto del diritto di libera circolazione nell’UE ed evitare discriminazioni nei confronti di chi non è stato vaccinato, il certificato COVID digitale UE comprenderà i certificati di vaccinazione contro la COVID-19, i certificati relativi ai test e quelli che attestano la guarigione dalla COVID-19. In questo modo, il numero più alto possibile di persone sarà in grado di beneficiare di un certificato COVID digitale UE quando viaggia.
L’obiettivo del certificato COVID digitale UE consiste nell’agevolare la libera circolazione all’interno dell’UE. Il certificato non costituisce una condizione preliminare per viaggiare e non è un documento di viaggio. Chi non è vaccinato deve poter continuare a esercitare il diritto di libera circolazione come chi è stato vaccinato, ove necessario assoggettandosi a restrizioni come un test o un periodo di quarantena/autoisolamento.
Tutti gli Stati membri devono fornire soluzioni digitali per il rilascio gratuito del certificato COVID digitale UE. Queste comprendono:
Per facilitare il lavoro, la Commissione offre software e applicazioni di riferimento open source per il rilascio, la conservazione e la verifica dei certificati, prodotti per la Commissione stessa da SAP e T-Systems. Gli Stati membri possono tuttavia anche sviluppare proprie applicazioni o utilizzare applicazioni di storage esistenti. Le specifiche tecniche sono state concordate dagli Stati membri il 21 aprile nella rete eHealth.
Il certificato sarà introdotto negli Stati membri dell’UE. Essi possono già iniziare ad usarlo e a rilasciarlo e sarà disponibile nell’intera UE a partire dal 1° luglio. Se uno Stato membro non è pronto a rilasciare i certificati entro i termini stabiliti, il regolamento prevede un periodo di introduzione graduale di sei settimane, durante il quale altri formati potranno ancora essere utilizzati e dovrebbero essere accettati in altri Stati membri.
Il certificato COVID digitale UE conterrà solo informazioni necessarie quali il nome, la data di nascita, il soggetto che ha rilasciato il certificato e l’identificativo univoco del certificato. Inoltre:
Dopo aver ricevuto un vaccino in un paese dell’UE, il cittadino riceverà automaticamente, o su richiesta, il certificato COVID digitale UE. Il certificato sarà rilasciato dalle autorità degli Stati membri dell’UE, che potrebbero anche essere l’organismo che somministra il vaccino. Potrebbe trattarsi di un ospedale o di un’altra autorità sanitaria o di un portale di sanità elettronica. Lo stesso principio si applicherà ai certificati di test e di guarigione. Le modalità dettagliate per il rilascio dei certificati sono stabilite dai rispettivi Stati membri.
I cittadini dell’UE che sono stati vaccinati in un paese extra-UE possono richiedere il certificato COVID digitale UE allo Stato membro di cittadinanza o di residenza. Il certificato COVID digitale UE sarà rilasciato in presenza di una prova affidabile della vaccinazione e se la struttura del sistema sanitario lo consente. Per ulteriori informazioni i cittadini sono invitati a rivolgersi al loro Stato membro di cittadinanza o di residenza.
Gli Stati membri dovrebbero rilasciare certificati di vaccinazione indipendentemente dal tipo di vaccino anti COVID-19.
Se gli Stati membri accettano la prova della vaccinazione come base per non applicare determinate restrizioni in materia di sanità pubblica, come l’obbligo di sottoporsi a un test o a quarantena, essi saranno tenuti ad accettare, alle stesse condizioni, certificati di vaccinazione rilasciati nell’ambito del sistema del certificato COVID digitale UE. Tuttavia, tale obbligo è limitato ai vaccini autorizzati ad essere commercializzati in tutta l’UE. Gli Stati membri hanno la possibilità di accettare anche certificati di vaccinazione rilasciati in relazione a vaccini autorizzati a livello nazionale o dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).
I certificati saranno rilasciati a chiunque abbia ricevuto un vaccino contro la COVID-19 in uno Stato membro dell’UE, indipendentemente dal numero di dosi. Il numero di dosi sarà chiaramente riportato nel certificato COVID digitale UE per indicare se il ciclo vaccinale è stato completato.
Il regolamento impone inoltre agli Stati membri di accettare certificati di vaccinazione alle stesse condizioni, vale a dire che, ad esempio, se uno Stato membro decide di abolire le restrizioni di viaggio per i propri cittadini che dispongono di un certificato per la prima dose di un vaccino a due dosi che ha ricevuto un’autorizzazione all’immissione in commercio in tutta l’UE, deve estendere lo stesso trattamento ad altri cittadini dell’UE.
Il 31 maggio la Commissione ha proposto agli Stati membri di revocare le restrizioni di viaggio per le persone che sono completamente vaccinate (al più tardi 14 giorni dopo l’ultima dose) o guarite dalla COVID-19 e titolari del certificato COVID digitale UE.
Spetta agli Stati membri decidere se somministrare una sola dose di un vaccino a due dosi alle persone guarite. In tal caso il certificato di vaccinazione dovrebbe indicare che il ciclo vaccinale è stato completato dopo la somministrazione di una dose.
La Commissione ha proposto che le persone che hanno ricevuto un’unica dose di un vaccino a due dosi dopo essere state precedentemente infettate da SarsCoV-2 siano considerate pienamente vaccinate a fini di viaggio.
Le persone che sono state vaccinate prima dell’introduzione del certificato COVID digitale UE hanno il diritto di ricevere un certificato di vaccinazione nel nuovo formato. Se hanno ricevuto un certificato di vaccinazione non conforme alle norme di interoperabilità stabilite dal regolamento, possono chiedere un nuovo certificato alle autorità nazionali.
Il certificato COVID digitale UE sarà disponibile in formato digitale, ad esempio in un’applicazione per smartphone, o su carta, a discrezione del titolare. Conterrà un codice QR con i dati necessari così come una firma digitale. Il codice QR sarà utilizzato per verificare in modo sicuro l’autenticità, l’integrità e la validità del certificato. Le informazioni sul certificato saranno redatte nella lingua o nelle lingue dello Stato membro di rilascio e in inglese. È stato elaborato insieme agli Stati membri un modello comune per facilitare il riconoscimento dei certificati COVID UE rilasciati in formato cartaceo.
Il certificato COVID digitale UE contiene un codice QR con una firma digitale per impedirne la falsificazione. Al momento del controllo del certificato, si procede alla scansione del codice QR e alla verifica della firma.
Ogni organismo di rilascio (ad esempio un ospedale, un centro di test o un’autorità sanitaria) dispone della propria chiave di firma digitale. Tutte le chiavi sono conservate in una banca dati protetta in ciascun paese.
Il 1º giugno la Commissione ha attivato un gateway attraverso il quale tutte le firme dei certificati possono essere verificate in tutta l’UE. I dati personali del titolare del certificato non passeranno attraverso il gateway dato che ciò non è necessario per verificare la firma digitale.
Prima di entrare in funzione il gateway è stato testato con successo da oltre 20 Stati membri e dall’Islanda.
La Commissione fornisce inoltre implementazioni di riferimento “open source” per aiutare gli Stati membri a sviluppare software che le autorità potranno utilizzare per scansionare e controllare i codici QR.
Il regolamento sarà integrato nell’accordo SEE, il che consentirà ai paesi del SEE (Islanda, Liechtenstein e Norvegia) di applicare il sistema dei certificati COVID digitali UE.
I certificati svizzeri dovrebbero essere accettati alle stesse condizioni del certificato COVID digitale UE, dopo che la reciprocità sarà confermata dalla Svizzera e dopo che la Commissione avrà adottato una decisione in base alla quale i certificati svizzeri sono considerati equivalenti al certificato COVID digitale UE. Sono in corso contatti con la Svizzera al riguardo.
Sì, i bambini possono ottenere un certificato COVID digitale UE.
L’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha dato il via libera all’uso del vaccino BioNTech Pfizer per i bambini di età compresa tra 12 e 15 anni. I bambini possono inoltre ricevere un certificato di test o di guarigione. Tali certificati potrebbero anche essere ricevuti dai genitori e memorizzati nell’applicazione del loro smartphone.
Secondo la proposta della Commissione del 31 maggio, i minori che viaggiano con i genitori dovrebbero essere esentati dalla quarantena se i genitori non devono sottoporsi a quarantena, ad esempio perché vaccinati. I bambini di età inferiore ai 6 anni dovrebbero inoltre essere esentati dai test relativi al viaggio.
Per garantire l’attendibilità del risultato del test, soltanto i cosiddetti test NAAT (compresi i test RT-PCR) e i test antigenici rapidi figuranti nell’elenco comune stabilito sulla base della raccomandazione 2021/C 24/01 del Consiglio dovrebbero essere ammissibili per un certificato di test rilasciato sulla base del regolamento sul certificato COVID digitale UE.
Spetta tuttavia ad ogni Stato membro decidere se accettare i test antigenici rapidi o solo i test NAAT (quali i test RT-PCR).
Il 21 gennaio 2021 il Consiglio ha adottato una raccomandazione relativa a un quadro comune per l’uso dei test antigenici rapidi e il riconoscimento reciproco dei risultati dei test per la COVID-19 nell’UE. L’11 maggio 2021 il comitato per la sicurezza sanitaria dell’UE ha convenuto di aggiornare l’elenco comune dei test antigenici rapidi per la COVID-19. 83 test antigenici rapidi sono ora inclusi nell’elenco comune. Il comitato per la sicurezza sanitaria ha inoltre convenuto di semplificare la procedura di aggiornamento dell’elenco, rendendo più facile per i fabbricanti presentare i dati relativi ai test antigenici rapidi disponibili sul mercato qui.
Per sostenere le capacità di test degli Stati membri, la Commissione ha mobilitato 100 milioni di EUR a titolo dello strumento per il sostegno di emergenza per acquistare e distribuire oltre 20 milioni di test antigenici rapidi e ha avviato un appalto congiunto per oltre mezzo miliardo di test antigenici rapidi. Inoltre, per sostenere ulteriormente la disponibilità di test a prezzi accessibili, la Commissione si è impegnata a mobilitare 100 milioni di EUR supplementari nell’ambito dello strumento per il sostegno di emergenza per l’acquisto di test per la COVID-19 ammissibili ai fini del rilascio di un certificato COVID digitale UE.
In linea con il regolamento, se uno Stato membro accetta un certificato di test per l’esenzione dalle restrizioni di viaggio, dovrebbe anche accettare i titolari di un certificato di test COVID digitale UE alle stesse condizioni. Se uno Stato membro elimina le restrizioni solo per i titolari di test PCR, non è tenuto ad accettare test antigenici rapidi. Tuttavia, se accetta test antigenici rapidi, deve anche accettare certificati di test antigenici rapidi rilasciati da un altro Stato membro.
I test autodiagnostici non sono effettuati in condizioni controllate e, per il momento, sono considerati meno affidabili. I certificati dovrebbero essere rilasciati dalle autorità sanitarie, che tuttavia non possono controllare i test effettuati, ad esempio, a casa, e quindi non possono rilasciare certificati affidabili per tali test.
Il 31 maggio la Commissione ha proposto di aggiornare la raccomandazione del Consiglio sul coordinamento delle misure in materia di viaggi, indicando periodi di validità standard per i test: 72 ore per i test PCR e, se accettati dallo Stato membro, 48 ore per i test antigenici rapidi.
Il regolamento introduce inoltre alcuni principi di base, tra cui la fissazione del periodo massimo di validità del certificato di guarigione a 180 giorni. Questi principi potrebbero essere adeguati dalla Commissione sulla base di nuovi dati scientifici. Il regolamento garantisce comunque che i certificati rilasciati da altri Stati membri siano accettati secondo le stesse regole applicate a quelli rilasciati a livello nazionale.
Non è prevista una validità massima dei certificati di vaccinazione, in quanto ciò dipenderà dai nuovi dati scientifici relativi alla durata della protezione dei diversi vaccini.
Il regolamento si applicherà per 12 mesi a decorrere dal 1º luglio 2021.
Tre mesi prima del termine del periodo di applicazione del regolamento, la Commissione presenterà al Parlamento europeo e al Consiglio una relazione sulla sua applicazione. Tale relazione potrebbe essere accompagnata da una proposta della Commissione volta a prorogare la data di applicazione del regolamento, tenendo conto dell’evoluzione della situazione epidemiologica della pandemia.
I certificati COVID digitali UE saranno gratuiti perché dovrebbero essere facilmente accessibili a tutti.
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