Defibrillatori nelle scuole (e non solo): la proposta di legge presentata da FdI

Nel corso di una conferenza stampa alla Camera, vari esponenti di Fratelli d’Italia, Onlus 60milavitedasalvare e Anapic hanno sottolineato l’importanza di questa misura salvavita.

Rendere obbligatori i defibrillatori nelle scuole, negli edifici pubblici e nei luoghi affollati. È questa la proposta di legge presentata da Fratelli d’Italia nel corso di una conferenza stampa alla Camera, alla quale hanno partecipato anche Mirco Jurinovich, presidente della Onlus 60milavitedasalvare, e Lucia Rizzi, presidente dell’Anapic (Associazione nazionale amministratori professionisti).

«Ogni anno – ha dichiarato Jurinovich – l’arresto cardiaco improvviso causa in Italia circa 60mila morti, molte delle quali potrebbero essere evitate se solo si intervenisse tempestivamente con un defibrillatore. È dimostrato che, dove questi apparecchi sono presenti, si possono quadruplicare le possibilità di sopravvivenza delle persone colpite da attacco di cuore».

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«La proposta di legge di Fratelli d’Italia ha un altissimo valore sociale e uno scopo molto nobile», ha aggiunto Rizzi. «Oltre a voler rendere obbligatori questi apparecchi in tutti i luoghi affollati – ha spiegato il deputato di Fratelli d’Italia, Paola Frassinettivogliamo prevedere dei corsi che vanno dal primo soccorso all’utilizzazione stessa dei defibrillatori. È nostra volontà diffonderli il più capillarmente possibile per avere la possibilità di salvare il maggior numero di vite umane»

.

«Su questa nostra proposta – ha dichiarato Marco Osnato, altro deputato di Fratelli d’Italia – c’è molta attenzione anche da parte degli amministratori di condominio. Riuscire ad avere un apparecchio in ogni condominio sarebbe davvero un grande risultato».

«Ci auguriamo – ha detto il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelliche la maggioranza e il Governo vogliano convergere sulla nostra proposta e contribuire così a diminuire queste morti improvvise e ingiustificate, che colpiscono a tutte le età».

Il capogruppo in Commissione Lavoro, Walter Rizzetto si è infine soffermato sulla genesi di questa proposta, ricordando come questa nasca dal lontano 2012, allorquando la diffusione dei defibrillatori nei centri sportivi fu di fatto bloccata dalla Corte dei Conti dopo aver preso atto che la maggioranza delle società sportive non aveva bilanci così importanti da poterne sostenere i costi: «Costi che in realtà non sono esosi, considerato che ogni apparecchio costa poco più di mille euro. E comunque, in uno Stato civile, è corretto trovare fondi e risorse per tematiche così importanti».

Redazione Nurse Times

Fonte: Secolo d’Italia

 

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